(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 ott. - Una "giornata
d'inferno" a Gardaland. C'e' una nuova, ennesima denuncia, sul
trattamento riservato nel celebre parco divertimenti alle persone
con sindrome di Down: protagonista (suo malgrado) della vicenda
stavolta non e' un bambino o un ragazzo, ma un adulto. Si chiama
Francesco, e' una persona con sindrome di Down e lo scorso 22
ottobre, insieme alla sorella e alla famiglia di lei (marito e
due figli ventenni), e' andato al parco per festeggiare il suo
50esimo compleanno. La festa, pero', si e' per lui ben presto
trasformata in un incubo.
"All'ingresso - racconta Pasqua Massagli, la sorella di
Francesco - ci hanno fornito un'informativa, piuttosto nebulosa a
dir la verita', circa le giostre a cui era possibile l'accesso
per lui, avvisandoci che comunque non sarebbe mai potuto salire
sulle cosiddette giostre adrenaliniche". "Pur sapendo che sono
quasi le giostre preferite da mio fratello - dice Pasqua - ho
accettato le loro regole e ho cercato giostre accessibili. Ma
giostre accessibili, afferma la sorella di Francesco, "non
esistono, a meno che non si vogliano considerare come giostre i
cavalli che si alzano e si abbassano o gli aereoplanini che si
alzano portando bambinetti piccoli piccoli, o ancora percorsi in
gallerie lunghe e buie con delle finte pistole in mano per
colpire bersagli luminosi". "Colma di rabbia, ma decisa a non
rovinare a lui la giornata, ho fatto la coda al Bruco, insieme a
mamme e papa' con bimbi al seguito anche di due anni: saliti sul
bruco, preso posto, siamo stati invitati ad alzarci e scendere".
Con le parole: "Scusa, tesoro, ma e' pericoloso per te". "Mentre
mi alzavo - ricorda la signora Pasqua - mi sono guardata attorno
e ho visto le faccette dei bimbi di due, tre e quattro anni che
guardavano solo incuriositi il viso di un ragazzone adulto che
piangeva".
"Andando via - continua il racconto della sorella di Francesco -
lui mi ha chiesto di salire su Peter pan, una stupida giostrina
con le barchette che girano in tondo: proibita". "Ok, mi sono
detta, vada per la Mono-rotaia: proibita". "Con mio marito siamo
andati allora su Flying Island, una piattaforma, grandissima,
munita di un'alta ringhiera che si sarebbe sollevata da terra
lentamente per avere una visione panoramica del Parco:
noiosissima e lenta attrazione, adatta, credo, a persone molto
anziane". "Ci siamo seduti - racconta - e siamo stati avvicinati
da una squadra (avevano paura che fossimo armati?): la signorina
ci ha invitato ad alzarci con tono autoritario e scocciato. Forse
ha pensato che essendo parenti di un disabile fossimo anche noi
un po' stupidi".
La signora Pasqua fa notare che il trattamento subito a
Gardaland non ha avuto eguali in nessun altro parco divertimenti:
"Due anni fa - dice - siamo stati a Eurodisney a Parigi e mio
fratello e' salito con i miei figli su tutte le giostre su cui
poteva andare, soprattutto su quelle adrenaliniche, perche' a
casa la fifona della famiglia sono io, e non lui". "A
Mirabilandia, quattro anni fa, e' salito su tutte le giostre, e
ogni due anni andiamo allo zoo-safari di Fasano, dove lui corre
direttamente verso la giostra "dei tronchi" che e' la sua
preferita. Una simile, a Gardaland, era proibita. In passato e'
stato anche a Miragica, a Molfetta, senza alcuna limitazione".
La sorella del signor Francesco sottolinea il fatto che "i
caratteri somatici delle persone con sindrome di Down li rendono
riconoscibilissimi" e questa e' "l'unica cosa che permette agli
impiegati di Gardaland l'identificazione certa in mezzo a una
folla di persone con caratteri normali ma con quoziente
intellettivo non rilevabili in nessun modo dall'aspetto". "Come
e' possibile - si chiede - stabilire in anticipo se una persona
apparentemente normale ha un quoziente intellettivo inferiore a
una persona Down, oppure se avra' una crisi di panico, dovuta
all'altezza o alla velocita' di una giostra?". Insomma, "tutte le
persone con aspetto fisico normale vengono fatte salire sulle
giostre: la discriminazione e' solo contro le persone con gli
occhi a mandorla". "Se il problema - conclude la signora Pasqua -
e' Gardaland e la sua intolleranza verso i disabili, che almeno
lo scrivessero chiaramente sul loro sito: non portate i disabili
da noi, perche' potete solo portarli a mangiare. Perdete tempo,
soldi e dignita'".
(Wel/ Dire)