(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 ott. - I nativi digitali non
sono attrezzati per il web. In Europa, su un campione di 25mila
minori, tra i 9 e i 16 anni, di 25 Paesi solo il 28% sa cambiare
i filtri, il 56% ha un profilo privato sui social network e il
64% riesce a bloccare un contatto indesiderato. Lo rivela una
ricerca, promossa dalla London School of Economics di Londra
nell'ambito del progetto "Eu kids online" (per info:
www.eukidsonline.net) e finanziata dalla Commissione europea. I
risultati sfatano il mito sulle capacita' innate dei ragazzi di
navigare in rete. Internet puo' far male.
Il 30% degli intervistati soffre da dipendenza da internet (salta
i pasti, trascura le amicizie, si sente a disagio quando si e'
sconnessi, ...); il 21% si imbatte in contenuti generati da
adulti e nocivi all'evoluzione della sua identita', come il
bullismo e l'anoressia; il 14% si sofferma su immagini
pornografiche; il 15% e' vittima di sexting, ossia lo scambio di
messaggi tra pari a sfondo erotico o addirittura inviti a
prestazioni sessuali. Meno interessanti le percentuali di coloro
che fanno un uso improprio dei dati personali (9%), che si
spingono a incontrare di persona un individuo sconosciuto
contattato su internet (9%) e, infine, che diventano gli autori
di comportamenti aggressivi (6%). I ragazzi italiani si collocano
al terzo posto per casi di danni da internet, subito prima della
Turchia: "per fortuna l'utilizzo e' limitato a un numero minore
di attivita' rispetto alla media europea" dichiara Giovanna
Mascheroni, ricercatrice all'Universita' Cattolica e referente
italiana del progetto.
Che i minori siano creatori di contenuti online e' un altro
pregiudizio diffuso tra gli adulti. "L'abilita' cresce con
l'avanzare dell'eta'" spiega Mascheroni. E poi non e' vero che i
social network siano banditi a chi ha meno di 13 anni: "Basta
crearsi un'identita' anagrafica falsa e il gioco e' fatto-
continua la ricercatrice-. Nella fascia di eta' tra i 9 e i 12
anni, il 38% dichiara di usarlo, tra l'altro con un profilo
pubblico (senza tutelare i dati privati); gli utenti tra i 13 e i
16 anni, invece, sono il 77%". Le immagini pornografiche non sono
il bersaglio della maggior parte dei minori europei. Ma solo del
23%. In Italia, del 12%. Anche il fenomeno del bullismo ha poco a
che fare con il web: una piccola parte, pari al 3%, lo ha
esercitato online. Cosi', la possibilita' di fare incontri con
persone ignote non e' trascurabile ma neppure allarmante,
riguardando un quarto degli intervistati, di cui, per fortuna,
solo l'1% ne e' rimasto turbato. L'87%, infatti, scambia messaggi
con amici e familiari e il 39% con gli amici degli amici. Una
cosa e' certa, comunque: piu' sono le competenze digitali
acquisite dal ragazzino, meno sono i rischi a cui si espone.
(Wel/ Dire)