(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 ott. - La popolazione
mondiale e' arrivata a quota 7 miliardi. Un traguardo
contrassegnato da grandi successi, passi indietro e paradossi. Su
questo e' incentrato il rapporto "Lo stato della popolazione nel
mondo 2011. Il mondo a 7 miliardi: le persone, le opportunita'"
dell'Unfpa, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, per la
versione italiana curato da Aidos. Il rapporto esplora in
particolare i trend demografici di 9 paesi significativi,
raccogliendone un profilo "che va a comporre un collage delle
diverse esperienze, aspirazioni e priorita' degli esseri umani
che abitano il nostro mondo di 7 miliardi": sono Cina, Egitto,
Etiopia, Finlandia, India, Messico, Mozambico, Nigeria e
Repubblica ex jugoslava di Macedonia. Ognuno di questi paesi
legge nelle proprie specifiche tendenze demografiche -
urbanizzazione, maggiori aspettative di vita e popolazioni in
eta' produttiva in rapida espansione - non soltanto grandi sfide,
ma anche enormi opportunita' per trasformare il momento presente
in benefici per il futuro.
Quanti, dove. Nel 2011 il 60 % della popolazione mondiale vive
in Asia (circa 4,2 miliardi di persone) e il 15 % in Africa. Ma
la popolazione africana sta crescendo a un ritmo di circa il 2,3
% all'anno, un tasso piu' che doppio rispetto all'Asia (1 %). Gli
abitanti di tutte le altre macro-regioni prese insieme (Americhe,
Europa e Oceania) assommano a 1,7 miliardi nel 2011.
Successi. C'e' molto da festeggiare nelle tendenze demografiche
degli ultimi 60 anni - spiegano i curatori del rapporto -,
soprattutto l'aumento della speranza di vita balzata dai 48 anni
dei primi anni Cinquanta del Novecento a circa 68 nella prima
decade del nuovo secolo. La mortalita' infantile e' scesa dai
circa 133 decessi ogni 1000 nascite degli anni Cinquanta a 46 su
mille nel periodo 2005-2010. Le campagne di vaccinazione hanno
ridotto la diffusione delle malattie infantili in tutto il mondo.
Insomma, le dimensioni record della popolazione si possono
considerare, da molti punti di vista, un successo dell'umanita'.
Disuguaglianze. Ma non tutti traggono benefici da questi
risultati o condividono la migliore qualita' della vita che essi
comportano o dovrebbero comportare. Grandi disparita' continuano
a esistere tra un paese e l'altro, ma anche all'interno dello
stesso stato: tra uomini e donne, e tra ragazzi e ragazze, ci
sono ancora disparita' di diritti e di opportunita'. "Tracciare
oggi un cammino verso lo sviluppo - si legge nel rapporto - tale
da promuovere l'uguaglianza, anziche' esacerbare o rinsaldare le
disuguaglianze, e' piu' importante che mai".
In relazione. Conversando con le persone che vivono e lavorano
in questi 9 paesi presi a riferimento nel rapporto, si scopre
subito - mettono in evidenza i curatori - che "nessun problema
legato alla popolazione puo' essere studiato senza metterlo in
relazione con gli altri". La vita delle persone anziane, per
esempio, e' universalmente legata alle tendenze che riguardano i
giovani. In molti paesi industrializzati e in via di sviluppo i
giovani in cerca di lavoro migrano dalle zone rurali verso le
citta' o verso altri stati per andare incontro a migliori
prospettive di occupazione, spesso lasciandosi alle spalle i
membri piu' anziani della famiglia, a volte privi del supporto di
cui hanno bisogno per tirare avanti. D'altra parte, in alcuni dei
paesi piu' ricchi un minor numero di persone giovani si traduce
in incertezza su chi si prendera' cura degli anziani negli anni a
venire e paghera' per i benefici sociali di cui godono.
(Wel/ Dire)