SI PUÒ RICHIEDERE SOLO PER UN ANNO DALLA MAGGIORE ETÀ
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 ott. - Una campagna rivolta
ai circa 15 mila ragazzi nati in Italia da genitori stranieri e
in procinto di compiere la maggiore eta', per informarli sul loro
diritto di chiedere la cittadinanza italiana entro un anno. Si
chiama "18 anni...in Comune!" ed e' promossa dall'Associazione
nazionale comuni italiani, da Save the Children e dalla Rete G2 -
Seconde generazioni. L'iniziativa partita oggi dalla sede Anci
nella Capitale chiede ai sindaci italiani di mandare
un'informativa ai "ragazzi nati e cresciuti in Italia, nostri
concittadini di fatto ma non di diritto". Sul sito dell'Anci
sara' messa a disposizione una guida online e un opuscolo che
potranno essere diffusi da ogni comune. Per la rete G2 si tratta
del tassello di una lunga battaglia durata gia' un decennio.
Molti figli di coppie straniere hanno infatti perso questo
diritto. Non sapevano di avere solo un anno di tempo per
richiedere la cittadinanza.
Scaduto il termine, sono stati costretti, similmente ai loro
genitori, a lunghi iter di richiesta del permesso di soggiorno,
oltre ad avere perso diritti fondamentali come quello di voto o
di partecipazione ai concorsi pubblici. "La campagna arriva nei
150 anni dell'unita' d'Italia ma noi dobbiamo pensare ai prossimi
50 anni, oggi il 15% degli alunni delle scuole italiane risulta
essere straniero, ma l'80% di loro e' nato qui ed e' straniero
solo per un vizio democratico", ha spiegato Ezequiel Iurcovich,
di rete G2, di origini argentine ma con un nonno emigrante
italiano.
Nel 2010 sono nati circa 78 mila bambini da genitori stranieri,
secondo i dati Istat, quasi il 14% del totale, con un aumento
dell'1,3% rispetto al 2009. "L'acquisto della cittadinanza, e con
essa della completa titolarita' dei diritti e dei doveri,
costituisce un passaggio chiave nel percorso verso la piena
integrazione", ha detto il neo presidente Anci Graziano Delrio,
sindaco di Reggio Emilia. "E' una discriminazione che va
superata, c'e' bisogno di una legislazione nuova - ha continuato
a margine dell'incontro - c'e' poi una difficolta' di vita
quotidiana di molti di questi ragazzi perche' si e' creato un
clima non sereno sull'immigrazione. Abbiamo registrato tante
storie di dolore e di discriminazione". Secondo il sindaco di
Padova Flavio Zanonato, vicepresidente Anci con delega
all'immigrazione, "non e' vero che i cittadini hanno un
atteggiamento negativo rispetto alla cittadinanza dei nuovi
italiani, si tratta solo di spiegarglielo. Bisogna dire che
queste persone hanno dei diritti che gli consentono di vivere
onestamente come gli altri".
Un milione sono i bambini e gli adolescenti stranieri nel nostro
paese, di cui circa la meta', 572.720 al primo gennaio 2010, e'
nata in Italia. La cittadinanza italiana consentira' loro di
poter votare ed essere eletti, di muoversi liberamente
all'interno dei paesi della comunita' europea e di accedere ai
concorsi pubblici e agli ordini professionali. Chi non fa
richiesta in tempo, vale a dire dai 18 ai 19 anni, poi dovra'
barcamenarsi tra permessi di soggiorno per studio della durata di
un anno che spesso arrivano quando sono gia' scaduti o con il
permesso di soggiorno per lavoro, rischiando di diventare
irregolari quando non si trova un'occupazione. Situazione
paradossale quando si e' nati in Italia. "Ho realizzato che
formalmente noi seconde generazioni siamo molto meno italiane per
la legge e per la societa', rispetto a quanto percepiamo noi
stessi - dice Jasmina, una ragazza di 19 anni che ha contattato
la Rete G2 - chi come me non sapeva di non poter piu' fare la
richiesta e' un italiano mancato per l'assenza di informazioni".
Secondo Raffaella Milano, direttore programmi Italia - Europa di
Save the Children "affrontare con l'ottica dell'emergenza queste
situazioni e' del tutto sbagliato, a scuola i minori di origine
straniera hanno una padronanza eccellente della lingua italiana,
si sentono parte di questo paese, anche se la legge non lo
riconosce". Save the Children e G2 hanno realizzato insieme un
video con i giovani di seconda generazione che recitano "I
promessi sposi" e insieme hanno istituito anche uno sportello
antidiscriminazione.
"E' necessario formare anche le famiglie prima della maggiore
eta' dei loro figli perche' uno dei requisiti piu' difficili da
dimostrare e' la residenza legale continuata per 18 anni", ha
ricordato Paula Baudet Vivano dell'Associazione nazionale stampa
interculturale. Paula pur scrivendo per testate italiane ha
dovuto aspettare la cittadinanza per essere riconosciuta
dall'ordine dei giornalisti e ha votato per la prima volta a 33
anni, anche se vive in Italia da quando ne aveva sette. Un'altra
storia di discriminazioni che l'Unar (Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali) ha riconosciuto come tale e' quella
di Domenica Canchano, giornalista di origine peruviana cresciuta
in Italia e collaboratrice di Repubblica a Genova. Il tribunale
le ha impedito di registrare una testata web come direttore
responsabile, a causa dell'articolo 3 della legge sulla stampa,
la n.47 del 1948.
(Wel/ Dire)