REGIONE REGISTRA UN'OFFERTA TRA LE PIU' ALTE A LIVELLO NAZIONALE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 ott. - L'Emilia-Romagna si
conferma come la regione in Italia con la piu' alta offerta di
posti nei servizi educativi per la fascia di popolazione compresa
tra 0 e 2 anni: 36.693 ovvero il 31,5% mentre la media nazionale
si aggira intorno al 17% (obiettivo europeo: 33%). Un sistema su
cui pero' gravano le manovre del governo con la scomparsa
pressoche' totale dei fondi nazionali a sostegno dei servizi
educativi.
La Regione ha avviato un percorso per rivedere il modello
organizzativo dei servizi in modo da adeguarli alle mutate
esigenze della societa', delle tipologie delle famiglie e delle
modalita' di lavoro, in primo luogo delle donne. "Vogliamo
promuovere una riflessione sulle attuali condizioni dell'offerta,
cercando le forme per continuare a garantire i servizi educativi-
ha detto Teresa Marzocchi, assessore regionale alle Politiche
sociali- coniugando qualita' e sostenibilita', anche promuovendo
forme innovative e flessibili". Il convegno "Di qualita',
sostenibili e appropriati - I servizi per la prima infanzia,
laboratorio di coesione sociale alla base del sistema di welfare"
e' una tappa all'interno del percorso che vedra' anche una
verifica della normativa di settore (la legge regionale 1/2000 e
la direttiva 646/05) per capire se e' ancora adeguata al contesto
attuale. "Ci siamo dati come scadenza il giugno 2012- precisa
l'assessore- per essere pronti per il prossimo anno scolastico".
L'obiettivo e' anche quello di individuare ipotesi organizzative
e gestionali virtuose che possano essere assunte come leva per il
cambiamento e la diffusione di buone pratiche.
Quale proposta per i bambini da 0 a 3 anni? "Il nostro modello
di nido ha funzionato- ha detto Marzocchi- oggi dobbiamo capire
come salvaguardare le esperienze e mantenere i modelli di
gestione, coinvolgendo di piu' i genitori e tenendo conto della
sostenibilita'". La Regione deve ovviamente fare i conti con tre
manovre finanziarie che mettono in seria discussione il sistema
attuale: i fondi per l'infanzia sono passati dai 16 milioni di
euro del 2010 a 1,6 milioni di euro del 2011. "La situazione e'
drammatica- ha detto l'assessore- e per il 2012 ancora non c'e'
nulla". Sul tema della sostenibilita', quindi, Marzocchi pensa a
un sistema piu' flessibile, che tenga conto delle diverse
esigenze delle famiglie, "perche' non si puo' rispondere a tutti
con un modello unico", piu' diffuso sul territorio, "perche' dove
ci sono servizi ci sono le famiglie" e che unisca educazione e
politiche di conciliazione. "Il nido e' un intervento di tipo
educativo - spiega - che serve sia al bambino per farne un
cittadino adulto attivo sia alla madre per poter, ad esempio,
rientrare nel mercato del lavoro". (lp) (www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)