(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 nov. - Per la legge italiana
l'adescamento di minori on line non e' un reato, ma sono reati
solamente quei comportamenti conseguenti (ad iniziare dalle
minacce o dai veri e propri abusi) ai quali mirano gli adulti che
avvicinano sui social network, sulle chat o comunque sul web
bambini e adolescenti. Tutto cio' rende particolarmente difficile
il monitoraggio effettivo della situazione: "Il fenomeno e'
difficile da stimare perche' molti casi rimangono nell'ombra e
non vengono denunciati". A dirlo e' Luigi Mancuso, Comandante IV
Sezione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma, che
porta al convegno organizzato da Ecpat su "nuove tecnologie e
reati sessuali sui minori" una descrizione qualitativa dei
fenomeni emergenti in materia di adescamento sul web.
Mancuso ricorda l'evoluzione del web e la rivoluzione che, con il
progresso tecnologico, ha portato l'utente di internet
dall'essere solo ed esclusivamente fruitore all'essere anche
creatore di contenuti, una tendenza che con i social network,
particolarmente diffusi fra gli adolescenti, e' particolarmente
visibile, al punto che il sito di riferimento diventa solo una
piattaforma che ospita contenuti esclusivamente immessi dagli
utenti.
In questo contesto, rappresentano elevati fattori di rischio la
bassa percezione del rischio e l'assenza di persone adulte.
L'adescamento on line - afferma Mancuso - si sviluppa sempre
secondo tappe predefinite. "La prima fase di questo iter e'
quella dell'inganno, in cui l'adulto non si presenta come tale ma
come un coetaneo: si tratta di persone che passano gran parte del
proprio tempo su internet, che studiano i profili degli
adolescenti, i loro gusti musicali, le mode dell'abbigliamento e
che creano un proprio profilo come quello di un qualsiasi altro
adolescente. In secondo luogo c'e' la fase della complicita',
nella quale l'adulto si dichiara come tale ma ha ormai gia'
carpito l'assoluta fiducia del minore, ponendosi come suo amico.
In genere a questa fase si accompagnano anche delle promesse di
denaro, ad esempio sotto forma di ricariche telefoniche. Quando
l'adulto ha acquisito materiale compromettente del minore, ad
esempio convincendo una ragazza a spogliarsi via chat su internet
o a inviare foto intime, si passa alla fase delle minacce, fino a
che non si tenta l'approccio personale, pressando l'adolescente
all'incontro dal vivo. Il fine ultimo e' infatti l'abuso". Le
tecniche di adescamento si basano dunque anzitutto su una tecnica
di identificazione, in cui l'adulto si finge un coetaneo, invita
il minore a fidarsi e a chiedere ad altri minori garanzie sul suo
conto (inviando a profili fasulli creati da lui stesso per
ingannare), si pone come amico che ha carpito la fiducia
dell'adolescente.
Mancuso ribadisce i criteri da seguire per una navigazione
sicura: mai fornire dati personali su internet o a persone
conosciute su internet, evitare di incontrare persone conosciute
in rete senza avvertire i genitori, e comunque farsi accompagnare
da amici e sempre in luoghi conosciuti. Ancora, diffidare dei
contatti tematici quando c'e' una spropositata differenza di eta'
fra le persone e sempre, in caso di minaccia, avvertire le forze
dell'ordine: gli accertamenti devono essere infatti svolti in
tempi brevi e altre persone potrebbero essere in immediato
pericolo.
(Wel/ Dire)