"AMPIA DISCREZIONALITA' DEI GIUDICI NELL'APPLICARE LA LEGGE"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 nov. - E' difficile stimare
la portata del fenomeno, ma i due filoni che allarmano
maggiormente sono quelli della diffusione di materiale
pedopornografico per quanto concerne il lato degli adulti, e del
fenomeno delle Candy Girl, ragazzine che si spogliano davanti ad
una web cam o che vendono le proprie immagini in pose erotiche,
per quanto riguarda il versante delle vittime minori. A
sottolinearlo e' Yasmin Abo Loha, coordinatrice dei programmi di
Ecpat Italia, secondo la quale l'erotizzazione della societa', e
in particolare dei nuovi media e dei media tradizionali, e' il
terreno comune sul quale il tentativo di adescamento on line dei
minori si va ad inserire.
C'e' pero' un problema anzitutto di normativa. La legge italiana
ha sostanzialmente recepito la normativa europea e internazionale
ma l'aspetto dell'adescamento on line rimane tutt'oggi non
coperto da alcuna normativa. La legge 269/1998, oltre dieci anni
fa, fu fondamentale per perseguire lo sfruttamento sessuale dei
minori a fini commerciali, intesa come una vera e propria forma
di schiavitu', con l'introduzione del principio
dell'extraterritorialita' e il contrasto al fenomeno del turismo
sessuale, che all'epoca rappresentava la vera emergenza. La legge
38/2006 ha rafforzato quella normativa, consentendo ricerca piu'
puntuali da parte di Polizia e Carabinieri.
Ci sono pero' dei punti critici. Ad esempio, il reato di
pedopornografia virtuale, introdotto con la legge del 2006, ha
portato ad una sola sentenza in cinque anni, emessa nel novembre
del 2010. Una sola condanna per il reato che punisce le immagini
realizzate sovrapponendo ad un corpo adulto che compie atti
sessuali il volto di un minore, oppure i disegni ottenuti con
l'impiego di meccanismi tali da rendere non evidente il confine
fra realta' e apparenza. Spesso - fa notare Yasmin Abo Loha -
sono gli stessi ragazzi a realizzare immagini di questo tipo, non
comprendendo la portata e le conseguenze dell'atto. Ancora, in
materia di detenzione di materiale pedopornografico, la legge
parla di "ingenti quantita'", lasciando al giudice ampia
discrezionalita' nei casi concreti. Con il risultato che alcuni
giudicano sufficiente semplicemente la navigazione su siti che
propongono questo tipo di immagini e altri invece invocano la
necessita' che il soggetto sia trovato in possesso effettivo, sul
proprio hard disk, di immagini di tal genere. Sarebbe quanto mai
opportuno dunque definire meglio la portata del dettato
normativo, e giungere quanto prima all'approvazione del disegno
di legge che giace in Parlamento e che prevede l'introduzione del
reato di adescamento on line dei minori.
(Wel/ Dire)