(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 nov. - La ricerca europea
Daphne III sul danno ai minori che hanno assistito a violenze
sulle madri, nella sezione italiana invita alla sensibilizzazione
e alla formazione sul tema degli insegnanti di ogni ordine e
grado. Serve una vera e propria educazione alla nonviolenza. "Per
la scuola dell'infanzia, elementare e di primo grado - dice
Sandra Chistolini responsabile scientifico dell'indagine e
docente di Pedagogia generale e sociale all'Universita' Roma Tre
- c'e' urgenza di attivare forme di sensibilizzazione per far
comprendere ai docenti il fenomeno e aiutare i minori con una
robusta educazione alla nonviolenza, in grado di contrastare i
messaggi ricevuti sul fronte opposto e costruire una barriera di
prevenzione e resistenza al danno e al bullismo". Nella scuola
secondaria si possono affrontare questi temi con "documenti
scientifici e anche di carattere narrativo", utili per dare un
nome alla violenza, saperla riconoscere e sapervi reagire con
modalita' costruttive. "Educare al rifiuto della violenza come
mezzo di risoluzione dei conflitti indirizza alla scelta di via
alternative alla riproduzione del trauma".
Dalla ricerca Daphne III si evince che "a livello comparativo
l'Italia emerge come il Paese nel quale il senso di
identificazione con il modello materno e' particolarmente
rilevante". Per quanto riguarda la variabile di genere, nel
gruppo di bambini esposti alla violenza, sono state rilevate
differenze significative tra i bambini e le bambine circa
l'immagine di se'. I bambini tendono ad avere una percezione di
se' superiore a quella maturata dalle bambine, spiegano i
curatori. . Il dato dell'Italia incide sulla valutazione
comparativa generale soprattutto per le prestazioni scolastiche
delle bambine: i risultati scolastici se sono eccellenti per le
bambine scelte a caso, arrivano al massimo ad essere buoni nelle
bambine esposte a violenza.
(Wel/ Dire)