L'ASSOCIAZIONE PROBIMBI SULLA "GENITORIALITÀ CONSAPEVOLE".
(DIRE - Notiziario) Roma, 22 nov. - Con l'incontro di domani alle
ore 20:45 presso la Sala Montelupo del Castello di Domagnano, si
conclude il secondo ciclo di interventi organizzato dall'.
La serata, dal titolo "Separazioni: come tutelare i figli - Come
evitare di strumentalizzare i figli nelle controversie familiari"
trattera' il difficile tema della crisi di coppie con figli
minorenni in cui il raggiungimento della separazione o del
divorzio non esaurisce il conflitto: anzi lo estende dalla coppia
ai figli che vengono mercificati, strumentalizzati e a cui si
aggrappano quei genitori che, delusi dal loro partner, insegnano
che l'altro genitore e' capace di far soffrire e va tenuto
lontano.
I relatori saranno l'Avv. Alida Tosi (Specializzata in Diritto di
Famiglia e Tutela dei Minori), il Dott. Coniglio (Responsabile
del Centro Regionale di Documentazione sulla mediazione familiare
in Emilia Romagna) e la Prof.ssa Daniela Pajardi ( Professore
Associato di Psicologia Giuridica e Direttore Centro Ricerca
Formazione in Psicologia Giuridica - Universita' di Urbino) che
proporranno una nuova cultura della gestione dei conflitti
familiari, che non devono essere distruttivi e vedere i figli
strumentalizzati come messaggeri tra i genitori o pedine delle
loro incomprensioni.
Alle finalita' di salvaguardia dei figli si aggiungono anche
obiettivi di lungo periodo come la prevenzione e il contenimento
di problemi sociali e di costi che in ogni modo finiscono per
ricadere su tutta la comunita', come quelli che nei casi piu'
gravi possono portare alla marginalita' e alla devianza dei piu'
giovani.
La Convenzione di New York del 1989 e la Convenzione Europea del
1995 definiscono necessario tutelare i diritti di bambini e
bambine, assicurando loro la continuita' e la stabilita'
dell'ambiente affettivo e relazionale in cui sono allevati,
ovvero definiscono necessario assicurare al minore la continuita'
dei suoi affetti perche' egli possa mantenere e sviluppare
rapporti con entrambi i genitori e con le rispettive famiglie di
origine.
Si riconosce quindi al minore il diritto alla bigenitorialita'
anche dopo la separazione ed il divorzio dei coniugi: diritto che
di fatto e' spesso eluso in quanto e' ancora carente una cultura
della separazione che tenga conto dei diritti del minore e tende
invece a privilegiare le rivendicazioni dei genitori.
La separazione tra due coniugi di per se' non dovrebbe avere
implicazioni sui rapporti affettivi che ambedue hanno costruito
con i figli. Tuttavia vari fattori fanno si' che la disgregazione
familiare, a seguito di seprazione/divorzio abbia ricadute anche
su di essi, ricadute e che possiamo collocare su un ideale
continuum che va dal disagio di varia intensita' sino a vere e
proprie forme di violenza anche fisica.
I genitori innanzitutto intendono sciogliere il loro legame ed in
questo coinvolgono anche il figlio, poiche' aumenta l'esigenza di
sentirlo alleato, anche se cio' puo' celarsi dietro atteggiamenti
iperprotettivi o iperpermissivi, tesi a testimoniare di fronte
agli altri ma anche di fronte a se stessi, la propria validita'
come genitore e quindi anche come persona, in contrapposizione
alla non validita' dell'altro.
In alcuni casi il comportamento di uno o piu' figli nel contesto
del conflitto intergenitoriale diventa ipercritico e denigratore
nei confronti di uno dei genitori perche' l'altro lo ha
influenzato in questo senso, indottrinandolo adeguatamente e
indirizzando quindi anche lo sviluppo della personalita' in tal
senso. Si tratta di una vera e propria strumentalizzazione dei
figli per alimentare l'attivita' denigratoria e distruttrice nei
confronti dell'altro coniuge, ben conosciuta dagli operatori
sociali e che si puo' prefigurare talora anche come forma di
violenza psicologica nei confronti dei figli da parte dei
genitori.
La mediazione familiare e' un intervento professionale rivolto
alle coppie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari
in presenza di una volonta' di separazione e/o di divorzio.
Obiettivo centrale della mediazione familiare e' il
raggiungimento della bigenitorialita', ovvero la salvaguardia
della responsabilita' genitoriale individuale nei confronti dei
figli, in special modo se minori.
Nel mirino della mediazione familiare ci sono i disagi che
ricadono sui bambini, la sofferenza emotiva di tutti i componenti
della famiglia, la riduzione dei costi economici per le famiglie
che sostengono vicende separative prolungate nel tempo, il
contenimento della spesa pubblica sociale e il sovraccarico dei
servizi socio-assistenziali e sanitari aggravati da queste
situazioni complesse.
La prima caratteristica della mediazione familiare e' la
volontarieta' e quindi non l'obbligatorieta' del percorso, che
nulla ha a che vedere con l'iter legale. La mediazione familiare
e' infatti finalizzata al raggiungimento degli obiettivi definiti
dalla coppia al di fuori del sistema giudiziario. Si ricorre a
quest'ultimo (separazione e/o divorzio consensuale) solo per le
omologhe di Legge degli accordi raggiunti.
Condizione necessaria nel percorso di mediazione e' la "tregua"
tra i genitori, sia nelle battaglie legali intraprese, sia nella
conflittualita' quotidiana. Il mediatore familiare e' un terzo
imparziale rispetto alla coppia che ha l'obiettivo di sostenere
la coppia stessa durante la fase della separazione e del
divorzio. All'interno di questo spazio neutrale il mediatore
familiare si propone dunque come una risorsa specifica -
alternativa al sistema giudiziario - volta a favorire la
negoziazione di tutte quelle questioni relative alla separazione
o al divorzio. All'interno di questo spazio neutrale, la
mediazione familiare si propone dunque come una risorsa specifica
volta a favorire la negoziazione di tutte quelle questioni
relative alla separazione o al divorzio, in una prospettiva non
alternativa al sistema giudiziario, ma che con questo va
necessariamente ad integrarsi, poiche' entrambi i percorsi sono
finalizzati al "supremo interesse del minore", nel rispetto delle
reciproche competenze ed attribuzioni.
L'obiettivo non e' la riappacificazione della coppia, non si
cerca di far tornare insieme i genitori o di risolvere il
conflitto, quanto piuttosto di offrire loro la possibilita' di
parlare di aspetti riguardanti i figli. I genitori vengono
aiutati a trovare accordi concreti e soddisfacenti a favore dei
figli ed hanno l'opportunita' di sperimentare l'efficacia e la
tenuta degli accordi presi, giungendo gradualmente a riconoscersi
reciprocamente nella funzione di genitore.
La coppia diventa protagonista nella gestione del proprio
conflitto ed indirizza le proprie risorse per trovare un dialogo
il piu' possibile funzionale ai cambiamenti che si prospettano
per tutta la famiglia, avendo la possibilita' di negoziare le
questioni relative alla propria separazione, sia negli aspetti
relazionali, sia in quelli economici.
I genitori sono incoraggiati dal mediatore ad elaborare in prima
persona gli accordi che meglio rispondano ai bisogni di tutti i
membri della famiglia, con particolare riguardo all'interesse dei
figli.
Gli accordi presi in Mediazione risultano piu' condivisi, piu'
soddisfacenti per se' e per i bambini, e quindi piu' rispettati
nel tempo.
(Wel/ Dire)