(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 nov. - Dal gennaio 2012
rischiano di chiudere i servizi per l'infanzia e l'adolescenza
finanziati dal comune con i fondi della legge 285.
La causa non e' questa volta imputabile alla mancanza di soldi ma
ad un intoppo burocratico, presente nel bando del 2009, che
prevede la proroga del servizio senza esplicitarne pero' tempi e
importo.
Il rischio che corrono e' quello che si era gia' avuto nel 2010,
quando i servizi previsti nel bando l'anno prima, sono stati
assegnati soltanto dopo 13 mesi, creando nelle attivita' un buco
di un intero anno.
"A pagarne le gravi conseguenze - sottolinea Giuseppe Mattina,
referente del terzo settore del comitato tecnico
interistituzionale di Palermo -, sono gli oltre 2 mila minori dei
quartieri disagiati e le tante famiglie, in gravi difficolta'
economiche e sociali, che hanno soltanto 48 centri
socio-educativi come punti di riferimento".
"Scriveremo anche al Presidente della Repubblica se sara'
necessario - continua Mattina -, perche' dei servizi cosi'
importanti per la collettivita' non possono permettersi di
chiudere neanche per un giorno, in attesa dell'espletamento di
una nuova gara e di una nuova assegnazione della durata di appena
dieci mesi. Pertanto chiediamo una soluzione alternativa per la
tutela dei diritti dell'infanzia che non comprometta tutto quello
che finora abbiamo costruito in realta' territoriali molto
difficili della citta'".
Intanto il nuovo bando dovrebbe essere pubblicato fra qualche
giorno ma i tempi rischiano di essere lo stesso molto lunghi.
"Le attivita' dei centri - aggiunge Giuseppe Mattina - sono
riprese nel 2011 con una prospettiva di rinnovo della
convenzione, dichiarata dal bando e da successivi interventi
dell'amministrazione comunale. Chiediamo che sulla questione
intervenga il presidente della regione e che si convochi un
tavolo con il comune per scongiurare la chiusura".
"Sono convinto - ha dichiarato l'assessore comunale alle
attivita' sociali Raoul Russo - della necessita' della
continuita' di questo tipo di servizi ma gli uffici mi confermano
che normativa e sentenze bloccano qualsiasi proroga".
L'amministrazione infatti fa riferimento a quanto prevede
l'ordinamento comunitario e ad una sentenza del Tar di Palermo
che ha accolto il ricorso del Centro Padre Nostro contro