(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 nov. - Rispetto al 1861 -
all'Italia appena unificata - il numero di minori si e' mantenuto
costante ma e' nettamente cambiata la loro incidenza pari,
allora, al 39% contro il 16,9% dell'attuale. Il risultato e' che
l'Italia e' diventato il primo paese al mondo in cui gli anziani
sono maggioranza e le citta' sono affollate di over 65 rispetto
agli under 18, con le poche eccezioni delle province di Napoli,
Caserta, Barletta-Andria-Trani.Al polo opposto, come citta' piu'
vecchie, Trieste e Savona.Lo rivela ilsecondo Atlante
dell'Infanzia (a rischio), diffuso da Save the Children alla
vigilia della Giornata dell'Infanzia.
La tendenza tuttavia emergente analizzando la distribuzionedella
popolazione minorile nei capoluoghi di provincia e nei principali
comuni italiani, e' il graduale esodo dei minori dai centri
storici delle aree metropolitane verso le periferie o i comuni
limitrofi, citta' satellite, hinterland di recente costituzione.
E' il caso di Giugliano in Campania cresciuta esponenzialmente e
in gran parte abusivamente negli ultimi vent'anni ai margini di
Napoli: qui un abitante su quattro - pari al 25,8% - ha meno di
18 anni, una quota assai maggiore di quella che si registra nel
capoluogo limitrofo (21,2%). Ma il discorso vale anche per
esempio per Monza e Milano (16,5% di minori contro 14,8%), Prato
e Firenze, Modena e Bologna. Il fenomeno e' in gran parte dovuto
al disagio abitativo delle famiglie giovani con figli, sempre
piu' esposte davanti a un mercato immobiliare bloccato, segnato
dall'aumento fuori controllo del prezzo degli affitti, dalla
mancanza di un deciso intervento pubblico nel settore abitativo,
dalla rinuncia alla pianificazione del territorio. Il paradosso
in questo caso e' rappresentato dal fatto che un numero sempre
maggiore di bambini e di adolescenti finisce per crescere in
territori spesso caratterizzati da una riduzione degli standard
(urbanistici, ambientali, sociali) e dalla mancanza di servizi
per l'infanzia.
(Wel/ Dire)