RAPPORTO ''FTP. FORME IN TRASFORMAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 nov. - Hanno piu' speranza
nel futuro, sono impegnati politicamente, preferiscono il merito
alle raccomandazioni, guardano meno ai modelli televisivi
negativi: sono i giovani che hanno sperimentato forme di
partecipazione e associazionismo, cosi' come li delinea il
rapporto "Ftp. Forme in trasformazione della partecipazione", che
viene presentato a Roma nella sede dell'Unicef. Il documento e'
frutto di un'indagine realizzata da Arciragazzi e dal centro di
ricerca Cevas nell'ambito del progetto "Giovani Cittadini per
Costituzione", grazie a un cofinanziamento del dipartimento
Gioventu' della presidenza del Consiglio e al supporto di un
network di esperti e di sostenitori. La ricerca ha indagato i
processi di partecipazione e cittadinanza di un campione di 1.410
ragazzi dai 14 ai 30 anni (l'83,5% studenti o
studenti-lavoratori, eta' media 21 anni). E' stato cosi'
possibile studiare la relazione tra pratiche di associazionismo e
propensione ad assumere forme di responsabilita' e impegno civico.
Ne e' emerso che il 25% del campione fa parte di associazioni
ricreative o culturali, il 18% di odv e il 14% e' scout. C'e'
pero' un 18,4% che non ha mai fatto esperienze associative.
Sondando le aspettative verso il futuro, e' risultato che tra
questi ultimi il 59,4% ha un basso livello di speranza, mentre
tra chi ha sperimentato oltre tre appartenenze ad associazioni
solo il 35,4% ha punteggi bassi. Esiste inoltre una relazione
inversamente proporzionale tra la propensione ad accettare
favoritismi e richiedere raccomandazioni e il numero di
esperienze di associazionismo: in sostanza, piu' si e' impegnati,
piu' si crede nella meritocrazia. Allo stesso tempo, la
partecipazione sembra annullare l'effetto negativo dei modelli
valoriali proposti dai media. Di riflesso, si registra una
relazione positiva tra partecipazione e impegno politico, con un
dato relativo all'astensionismo che si ferma al 7,8%. E sempre i
giovani piu' impegnati sono quelli che rischiano meno di essere
attirati da derive xenofobe e populistiche.
Partecipare fa rima con "autoefficacia", cioe' la capacita' di
tenersi lontani dai guai e prevenire le devianze. E'
testimoniato, ad esempio, il valore ridotto delle ubriacature tra
i giovani piu' attivi. Questo vale anche nei "sottogruppi"
svantaggiati per via di un basso livello di istruzione o della
residenza in regioni del Sud, dove c'e' una ridotta realta'
associativa. Infine, il rapporto documenta un aumento del
successo scolastico e un significativo miglioramento del livello
culturale che va di pari passo con un maggiore impegno civico.
All'indagine hanno collaborato in qualita' di membri del comitato
scientifico referenti nazionali del'associazionismo giovanile,
della rete nazionale Pidida, del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali e dell'Unicef e docenti universitari. In
qualita' di partner hanno dato il loro contributo in fase di
rilevazione e diffusione dell'indagine una rete di oltre 50
organizzazioni. Il rapporto completo e' disponibile nei siti
http://www.arciragazzi.it/ e http://www.cevas.it/.
(Wel/ Dire)