RAGAZZI: MODELLI PIÙ INTEGRATIVI. MIUR: ITALIA LI APPLICA DA '77.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 nov. - Ottantotto ragazzi di
tutta l'Unione europea sono stati chiamati a raccolta nello
scorso weekend, a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo,
per discutere di integrazione dei ragazzi con disabilita'. Un
tema caldo che ha differenti declinazioni nell'Unione, con paesi
come la Germania o alcune realta' dell'Est dove ancora esistono
classi differenziate e scuole speciali. Un modello che, secondo
gli studenti, va "superato".
Anche l'Italia ha presenziato all'incontro con una delegazione
composta da tre studentesse con e senza disabilita' dell'istituto
professionale Genovesi di Roma, dalla docente di sostegno Maria
Rosaria Gilardi e dal dirigente del ministero dell'Istruzione,
Raffaele Ciambrone.
È la terza volta dal 2003 che il Parlamento europeo chiama a
raccolta gli studenti su questo tema. Gli 88 partecipanti di
quest'anno sono stati divisi in sei gruppi di lavoro che hanno
poi espresso le loro idee sui modelli necessari per integrare i
compagni di classe con diverse abilita'. La posizione comune
espressa dai giovani europei e' stata la necessita' di "superare
la segregazione dei disabili in classi differenziate per passare
a modelli di integrazione nelle scuole e nelle classi comuni,
magari con con attivita' laboratoriali specifiche pensate per le
diverse disabilita'". Di tutto il lavoro fatto terra' conto
l'Agenzia europea che si occupa dei bisogni educativi speciali e
che produrra' un documento che sara' di supporto ai governi per
eventuali interventi. Fra le richieste c'e' quella di un momento
di incontro fra mondo sanitario e quello degli insegnanti.
"Che da noi- spiega il dirigente del Miur, Raffaele Ciambrone-
c'e' gia' e si realizza attraverso il glh. In Italia l'integra
degli alunni con diverse abilita' nelle classi comuni si realizza
grazie alla legge 517 del 1977. Oggi siamo avanti rispetto ad
altre realta'. Un dato che ci viene riconosciuto. Partecipare a
questi eventi e' importante. E' un'occasione per essere presenti
in Europa e testimoniare il nostro impegno. Ma anche per dare un
contributo al miglioramento dei modelli educativi di tutta
l'Unione".
(Wel/ Dire)
(Wel/ Dire)