L'ALLARME LANCIATO DALLA SEDE REGIONALE DELL'UNIONE ITALIANA.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 nov. - I bambini ciechi delle
scuole campane rischiano di restare senza supporti didattici. E'
l'allarme lanciato dalla sede regionale dell'Unione italiana
ciechi e ipovedenti che dichiara lo stato di agitazione
permanente. Secondo l'Uic saranno circa 200 gli alunni a rischio
a Napoli, e altrettanti nelle altre quattro province. "La regione
- spiega l'Uic Campania - ha dimezzato il contributo alla
Biblioteca italiana non vedenti Regina Margherita di Monza per la
fornitura di testi scolastici in Braille e audiolibri. Si passa
dai 400 mila euro del 2010 ai 200 mila dell'anno in corso". E il
tetto di spesa annuo per alunno - di 1.800 euro per alunno alle
elementari e 3.600 per le scuole superiori - non consente di
coprire tutte le spese a cui occorre far fronte. "Cifre irrisorie
- denuncia Pietro Piscitelli, presidente dell'Unione ciechi della
Campania -. Se una famiglia dovesse provvedere da sola
all'acquisto dei testi per i figli non vedenti o ipovedenti
dovrebbe pagare migliaia di euro. Il 100 percento in piu' del
costo dei normali libri scolastici".
La protesta dell'Uic Campania, pero', riguarda anche il
mancato finanziamento alle sue attivita' da parte della Regione e
per la mancata liquidazione dei 22 mila euro stanziati nel 2010.
A rischio chiusura tre sedi provinciali: Salerno, Avellino e
Benevento. "Non ci sono piu' soldi per pagare gli affitti e le
utenze - spiega Piscitelli - , con i dipendenti da mesi senza
stipendio. La Campania fino a dieci anni fa era all'avanguardia
per le politiche di supporto ai non vedenti, oggi siamo fanalino
di coda persino tra le regioni meridionali. Basti pensare che la
Puglia, con un numero minore di non vedenti, stanzia piu' di un
milione e mezzo di euro all'anno". Per tale ragione, l'Uic chiede
l'approvazione di una legge regionale che fissi uno stanziamento
annuo di 850 mila euro, comprensivi della spesa per i supporti
scolastici, ma il testo proposto e' fermo in Commissione Bilancio
dopo essere stato approvato all'unanimita' dalla Commissione
regionale alle Politiche Sociali il 21 marzo scorso. Da allora,
spiega la Uic, della legge non se n'e' avuta piu' notizia.
"Vogliamo solo che ci sia riconosciuto il sacrosanto diritto a
studiare - dice Piscitelli -, lavorare e vivere una vita
dignitosa".
(Wel/ Dire)