SERVIZIO "PROGETTO GEMMA" DEL MOVIMENTO PER LA VITA: I DATI 2011.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 nov. - Nonostante le
difficolta' economiche generali, resta sostanzialmente stabile,
rispetto agli anni precedenti, il numero dei "Progetti Gemma"
attivati nel corso del 2011: l'iniziativa di "adozione prenatale
a distanza", dedicata a madri in difficolta' economiche tentate a
ricorrere all'aborto, regge dunque anche alla prova della crisi.
Un risultato per certi versi insperato, che consente di dare
sostegno concreto ogni anno ad oltre mille nuove donne in attesa
di un bambino: un aiuto economico che dura poi 18 mesi, gli
ultimi sei di gravidanza e i primi 12 di vita del bambino. Ma al
di la' della "tenuta" sui numeri, la grande novita' rispetto agli
anni passati e' che per una mamma in attesa ci sono piu'
possibilita' di accedere all'aiuto: le donne italiane residenti
in Lombardia infatti, usufruiscono di un'iniziativa promossa
dalla regione (il progetto Nasko) che ricalca interamente,
rafforzandola, la filosofia di "Progetto Gemma", sulle cui spalle
dunque non ricadono piu'. E i fondi cosi' "liberati" sono
disponibili per aiuti destinati alle donne di altre regioni.
I dati sull'andamento di "Progetto Gemma" saranno presentati
domani nel corso dell'annuale convegno dei centri di aiuto alla
vita (Cav), una tre giorni organizzata a Firenze dal Movimento
per la vita. Un appuntamento ("Nessuna vita ci e' straniera", il
titolo di quest'anno) che parte questo pomeriggio con il saluto
del vescovo, mons. Giuseppe Betori, e una tavola rotonda cui sono
stati invitati docenti universitari, magistrati e bioeticisti.
"Nei primi dieci mesi del 2011 - racconta Erika Vitale,
responsabile di Progetto Gemma - sono state avviate 907 pratiche
in favore di altrettante mamme in difficolta' per una gravidanza:
facendo una proiezione ragionata sui dodici mesi nel 2011 si
dovrebbe raggiungere quota 1114 progetti avviati". Si tratta di
un dato che ricalca sostanzialmente quanto accaduto negli anni
scorsi: nel 2010 i progetti avviati erano stati 1156, nel 2009
erano stati 1095. Il numero e' coerente anche con i dati del 2007
(erano stati 1073) e di tutti i primi anni 2000 (nel 2003 erano
stati 988, dato poi salito nel 2004 a 1078 progetti e nel 2005 a
1057 progetti). Nella serie storica, continuano a svettare in
modo significativo sopra gli altri anni solamente il 2006 (quando
i progetti avviati furono 1222) e il 2008 (quando presero il via
1229 progetti). "C'e' da sottolineare - afferma Vitale - la
sostanziale stabilita' delle pratiche iniziate nonostante la
crisi: questa tocca fortemente anche i nostri adottanti, che
donano una somma non irrisoria (160 euro al mese per 18 mesi) in
tempi di difficolta' economiche".
Sul versante delle richieste, "in questo momento abbiamo una
trentina di mamme scoperte, che aspettano cioe' la disponibilita'
di nuovi adottanti per poter ricevere l'aiuto economico: contiamo
entro novembre di poter aiutare la gran parte di esse. In fin dei
conti, pero', la situazione non e' troppo difficile: questa
estate siamo arrivati ad avere anche 148 mamme scoperte, che col
tempo e l'arrivo di nuovi adottanti siamo riusciti ad aiutare.
Certo - ammette - ogni tanto capita di dover dire qualche "no",
e' doloroso farlo ma non possiamo fare altrimenti".
Quanto alla distribuzione territoriale, la grande variazione
riguarda proprio la situazione della Lombardia, a cui sono stati
destinati nel corso del 2011 appena un terzo dei progetti di cui
avevano potuto contare nel 2009 e nel 2010. La motivazione sta
appunto nel progetto "Nasko" finanziato dalla regione: "E' la
copia migliorata di Progetto Gemma: mettono a disposizione non
160 euro al mese ma 250 euro al mese. Ragion per cui i Cav della
regione, in presenza di una mamma residente in Lombardia, fanno
richiesta alla regione e non a Progetto Gemma". "A noi - spiega
Vitale - continuano ad arrivare le richieste delle straniere
residenti in Lombardia, che non sono ammesse al contributo della
regione, e di quelle italiane che hanno domicilio in Lombardia ma
mantengono altrove la loro residenza". "Ci fa certamente piacere
- afferma la responsabile di Progetto Gemma - che gli enti
pubblici seguano la nostra esperienza e la ricalchino con
un'iniziativa simile: in questo modo fra l'altro la Lombardia ha
per cosi' dire liberato un consistente numero di nostre risorse
che vanno alle altre regioni e in particolare al sud, dove gli
adottanti sono in numero minore e le richieste in numero
maggiore". Quest'ultimo e' un "dato stabilizzato" nel corso del
tempo: "La gran parte delle disponibilita' di adottanti arriva
dal nord, che copre se stesso e buona parte delle altre regioni".
Infine, la nazionalita' delle mamme che chiedono aiuto. A
partire dal 2008, con l'inizio della crisi, si era registrato un
consistente aumento delle richieste di donne italiane rispetto
alle straniere e nel 2009 e 2010 si e' verificato una sostanziale
parita': 50% di richieste da italiane, 50% da straniere. Questi
dati, per il 2011, devono ancora essere elaborati, ma
risulteranno senza dubbio "un po' falsati" dalla situazione della
Lombardia, vista la sostanziale scomparse delle italiane,
sostenute dalla regione. E' piu' che ragionevole dunque
aspettarsi una predominanza di donne straniere, ma senza che
questo pero' possa essere interpretato come un sintomo di un
minor disagio avvertito dalla donne italiane. Il ritorno alla
situazione precedente alla crisi, in altri termini, e' ancora
lontano dall'arrivare.
(Wel/ Dire)