LA METÀ NEI SERVIZI RESIDENZIALI. ITALIA DIVISA IN DUE
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 29 mar. - La legge 149 del 28
marzo 2001 prevedeva il superamento del ricovero in istituti per
minori entro il 31 dicembre 2006 e lo sviluppo dell'affidamento
familiare come forma preferenziale di intervento nei confronti
del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo.
Ma qual e' la situazione attuale? Al di la' di qualche
monitoraggio effettuato a livello regionale, i dati nazionali
piu' recenti sono aggiornati al 31 dicembre 2008 e derivano dal
monitoraggio annuale del Centro nazionale di documentazione e
analisi per l'infanzia e l'adolescenza (http://www.minori.it/),
in stretto accordo con regioni e province autonome. Come
riportato dal sito www-neodemos.it - foro indipendente di
osservazione sui cambiamenti demografici e il loro impatto
sociale - al 31 dicembre 2008 bambini e adolescenti fuori
famiglia erano circa 30.700 , pari a circa 3 minori per 1.000
residenti di 0-17 anni, suddivisi fra 15.200 minori in
affidamento familiare e 15.500 accolti nei servizi residenziali.
Il numero di minori fuori famiglia e' piu' elevato nelle regioni
del Centro, anche se si registra una notevole variabilita'
regionale.
A livello nazionale, i dati parlano di un bambino affidato per
ogni bambino accolto nei servizi. Guardando alle differenze
regionali, pero', l'Italia appare divisa in due: nel nord-ovest
(Val d'Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia) e in alcune regioni
confinanti (Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna) prevale
l'affidamento sul ricorso ai servizi residenziali; nelle restanti
regioni e' invece vero il contrario: i bambini accolti nei
servizi sono piu' di quanti ve ne siano in affidamento.
A dieci anni dall'entrata in vigore della legge 149/01 sulla
de-istituzionalizzazione, quindi, il cammino intrapreso in favore
dell'affidamento familiare e' tutt'altro che concluso.
(Wel/ Dire)