(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 25 mar. - La sordita' e'
sempre stata e rimane tutt'oggi motivo di emarginazione, ma
quando si parla di stranieri il rischio di esclusione sociale
raddoppia. Trascurati dallo stato italiano, che non riconosce a
chi ha il permesso di soggiorno l'indennita' di comunicazione
(220 euro al mese) che spetta agli italiani, i sordi stranieri
hanno pochi spazi a cui rivolgersi. Uno di questi e' "Insieme per
l'integrazione e il bilinguismo", cooperativa che in Emilia
Romagna si prefigge di tutelare e sostenere i soggetti emarginati
dalla sordita', con particolare attenzione agli stranieri.
La cooperativa interviene soprattutto a livello scolastico con
attivita' di interpretazione per i bambini sordi. "Quello di cui
hanno veramente bisogno i bambini sordi, tanto piu' se stranieri,
e' un supporto morale per riuscire a non venire schiacciati dal
complesso dell'emarginazione - spiega Tiziana Di Girolamo della
cooperativa Insieme -. In generale si tende a considerare la
sordita' come un handicap che rende il soggetto inferiore e
bisognoso di sostegno per eguagliarsi agli altri. Quello che si
dimenticano e' che una persona sorda ha gli stessi diritti di
tutti gli altri di realizzarsi e integrarsi nella societa'".
Fra le attivita' principali della cooperativa ci sono i corsi
di alfabetizzazione alla lingua dei segni, che per gli stranieri
sono doppiamente importanti. Molti infatti non riescono a
interpretare nemmeno la propria lingua di origine, e la
difficolta' che tutti gli immigrati hanno con l'italiano per i
sordi vale doppiamente. Anche la lingua dei segni cambia infatti
da paese a paese. "La lingua dei segni - continua la Di Girolamo
- e' una vera e propria lingua, al pari di quelle parlate.
Dovrebbe essere riconosciuta maggiormente. Gli stranieri che
vengono in Italia, se affetti da sordita', devono imparare la
lingua dei segni italiana ma non riescono a trovare il giusto
supporto da parte delle istituzioni, che sembrano non accorgersi
del problema".
Nelle scuole la cooperativa Insieme organizza anche corsi di
formazione rivolti ai docenti per la realizzazione di un progetto
didattico che tenga in considerazione le esigenze percettive dei
sordi e percorsi di accoglienza rivolti a tutto il personale
della scuola. "Perche' i sordi - prosegue la Di Girolamo - oltre
a un interprete durante le ore didattiche, hanno bisogno di
sostegno psicologico e morale. I complessi sul soggetto con
deficit uditivo sono devastanti e non permettono una corretta
integrazione sociale". La cooperativa agisce quindi a livello
scolastico tutelando i bambini sordi facendoli affiancare da un
interprete che traduca simultaneamente la lingua parlata in
lingua dei segni e prepara i soggetti udenti dell'ambiente
circostante ad avere un atteggiamento corretto e integrante verso
il bambino.
La cooperativa si rivolge anche gli adulti stranieri, con corsi
di alfabetizzazione per imparare la lingua dei segni italiana.
"Lo stato italiano non sembra troppo preparato a tutelare questo
tipo di soggetti - spiega la Di Girolamo - e gli immigrati con
deficit uditivo hanno seri problemi a integrarsi, ma anche
semplicemente a scrivere una richiesta per il permesso di
soggiorno. I sordi italiani, inoltre, ricevono un'indennita' di
comunicazione, quindi una somma pecuniaria con cui possono
permettersi un interprete, cosa invece non prevista per
l'immigrato". La cooperativa Insieme agisce sul tutto il
territorio dell'Emilia Romagna. Informazioni sul sito web:
http://insiemeperilbilinguismo.com.
(Wel/ Dire)