(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 mar. - Oggi i ragazzi
minorenni presenti nei Centri di prima accoglienza (Cpa) sono 19,
quelli in comunita' ministeriali 44, quelli in comunita' private
778, mentre sono 426 i detenuti presso gli Istituti penali per
minorenni (Ipm), che in Italia sono in totale 19, di cui due
attualmente chiusi per ristrutturazione. Sono i dati piu'
aggiornati a disposizione, forniti dal capo del Dipartimento per
la giustizia minorile Bruno Brattoli, in occasione della
presentazione oggi a Roma del rapporto "Minori dentro",
realizzato dall'associazione Antigone.
Per quanto riguarda gli ingressi, Brattoli afferma che a partire
al primo gennaio sono entrati 470 minori nei Cpa, 118 nelle
comunita' ministeriali, 242 nelle comunita' private e 334 negli
Ipm.
Il rapporto di Antigone segnala che nel 2010 le presenze di
minori negli istituti di pena minorili sono state in totale 450,
neutre nel 1998 erano 438: un dato stabile nel tempo, dunque,
quello delle presenze, visto che "il numero di detenuti minorenni
solitamente non supera le 500 unita' e non scende sotto le 400",
precisa il presidente di Antigone Patrizio Gonnella. "La durata
media della permanenza negli istituti di pena per minori e' molto
breve: circa due mesi", osserva Gonnella, che sottolinea il dato
sulla custodia cautelare, "un dato in apparenza preoccupante,
visto che si tratta del 60% delle presenze, ma significa anche
che quando si arriva alla definizione di una pena, poi spesso non
viene scontata nella forma classica della carcerazione".
Circa la natura dei reati commessi, "sono quasi tutti contro il
patrimonio, poi vengono quelli legati alla droga, infine quelli
contro la persona - spiega Gonnella - in particolare attualmente
sono 24, circa il 5% del totale, le persone detenute per reati
gravi contro la persona". Riguardo invece alla maggiore presenza
di stranieri negli istituti di pena rispetto alle denunce
all'autorita' giudiziaria, Gonnella precisa che "questo trend e'
particolarmente visibile per le ragazze, che sono straniere in
circa il 10% dei casi, quasi tutte rom, mentre tra le adulte le
straniere sono il 4 o 5% sul totale".
Se le presenze negli istituti di pena minorile fanno registrare
un andamento stabile nel corso del tempo, si registra invece un
notevole aumento del ricorso della messa in prova: secondo i dati
forniti dal capo Dipartimento, se nel 1992 la messa in prova e'
stata disposta in 788 casi, nel 1999 si arriva a 2631 casi.
Brattoli fornisce cifre anche sulle risorse impiegate negli
ultimi tre anni per la manutenzione delle strutture: "Dal 2008 al
2010 - dice - sono stati impegnati un totale di 45 milioni di
euro per mettere in sicurezza gli edifici e in parte anche per
creare spazi per attivita' ludiche, come i campi sportivi". Un
esempio, la costruzione di un campo di calcio nell'istituto
romano di casal di Marmo.
Le risorse sono necessarie anche per rispondere all'esigenza di
rendere visibilmente diverse le strutture destinate ai minori
rispetto alle carceri per adulti. "Il problema di molte strutture
- afferma il curatore del rapporto Antigone, Alessio Scandurra -
e' proprio che in molti casi erano state concepite con finalita'
diverse: in particolare segnaliamo il caso dell'istituto di
Treviso, ricavato all'interno di una casa circondariale per
adulti e che percio' presenta molte criticita', tra cui il fatto
che hanno molti spazi in comune". I relatori dell'indagine
evidenziano pero' anche l'esempio positivo dell'istituto di
Quartucciu, in provincia di Cagliari, dove sono state riscontrate
buone condizioni generali della struttura e un buon collegamento
con le realta' associative presenti sul territorio.
"Un'esperienza significativa - sottolinea Scandurra - specie se
si considera che un quarto dei minori detenuti si trova in
Sicilia e in Sardegna".
(Wel/ Dire)