IN DIFFICOLTA' I PROGETTI DI SOGGIORNI IN ITALIA IN ESTATE
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 mar. - La crisi colpisce
l'accoglienza per i bambini di Chernobyl. Mentre l'incubo
nucleare torna a farsi sentire in seguito alle vicende del
Giappone, l'Europa fa ancora i conti con gli effetti
dell'incidente di 25 anni fa nella centrale ucraina.
In Italia, e anche in Emilia-Romagna, questo significa
soprattutto accogliere i bambini della Bielorussia e dell'Ucraina
che vivono nelle zone ancora contaminate. Ma progetti che
permettono loro di passare i mesi estivi in Italia sono in
difficolta'. "Fra la crisi, i tagli agli enti locali e un calo di
attenzione i numeri sono scesi- spiega Biagio Caracciolo
dell'Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), una
delle associazioni che gestiscono il Progetto Chernobyl insieme
alla Regione Emilia-Romagna-: nei primi anni 2000 riuscivamo a
portare in regione oltre 500 bambini all'anno, nel 2010 siamo
scesi a 160". Il calo riguarda soprattutto i progetti degli enti
locali, che per far quadrare i bilanci spesso rinunciano ai
progetti di cooperazione internazionale. E Legambiente, che
aderiva al progetto, dal 2007 ha rinunciato a partecipare.
Anpas, che coordina l'accoglienza per associazioni ed enti
locali, oggi lavora pincipalmente con i comuni della provincia
bolognese. Qui i bambini vengono sottoposti a visite mediche,
come l'ecografia tiroidea, e vivono per qualche mese in un'area
non contaminata, e questo li aiuta a mantenere o migliorare il
sistema immunitario. "In Bielorussia, che ha subito le
conseguenze di Chernobyl anche piu' dell'Ucraina, le radiazioni
rimaranno nell'acqua, nell'aria e nella terra per tre secoli-
continua Caracciolo- e gli ospedali sono ancora pieni di bambini
affetti da tumori e leucemie".
Per accogliere il maggior numero possibile di minori, il
progetto Chernobyl fissa un limite d'eta' a 13 anni e non
permette di accogliere lo stesso bambino per piu' di 3 anni. Ma i
legami affettivi che si formano con le famiglie ospitanti sono
difficili da spezzare. Per questo molte si muovono autonomamente
o si affidano ad altre associazioni.
Difficile censire esattamente quanti siano i bambini ospitati,
ma che la crisi economica stia causando difficolta' e' confermato
anche dall'associazione Coccinella, che a Bologna conta 56
famiglie socie e permette di accogliere lo stesso bambino fino al
compimento della maggiore eta' (dopo il quale le famiglie possono
ricorrere a inviti personali). "Quest'anno ospiteremo 10 bambini
in meno, perche' 8 nel frattempo sono diventati maggiorenni-
spiega il presidente Bruno Bevilacqua-. Ma ci preoccupa il fatto
che non abbiamo famiglie nuove che chiedono di partecipare". Per
contattare l'associazione Coccinella, tel.051.591.356 (sito web
http://associazionecoccinella.blogspot.com); per informazioni su
Anpas, tel. 051 6347184 (www.anpasemiliaromagna.org).
(WEl/ Dire)