(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 mar. - Libia e Oceania sono i
nuovi "pedoparadisi". È quanto afferma don Fortunato Di Noto,
fondatore dell'associazione Meter Onlus che questa mattina ha
presentato il Report 2010 su pedofilia e pedopornografia sulla
rete presso la Radio Vaticana a Roma. Dai 689.364 siti internet,
social network e sistemi di scambio file peer to peer monitorati,
infatti, l'associazione ha tracciato la geografia della
pedopornografia on line. Una prima analisi e' stata realizzata
sulla sigla dei diversi domini.
"Generalmente si adotta il ".com" - ha spiegato Di Noto - sono
2.845 i siti segnalati, la stragrande maggioranza dei casi,
seguiti dal .net (481) e poi i social network, questo in 315
casi". I dati per nazione che riguardano i domini vedono la
Russia al primo posto con 6.317 domini ".ru", al secondo posto
gli Stati uniti con 4.276 domini ".us", terzo Hong Kong con 246
".hk". Ma i domini non sempre riescono a dare informazioni
sufficienti sulla provenienza di chi gestisce il sito internet.
"La Russia - ha aggiunto Di Noto -, permette di servirsi di siti
anonimi e apparentemente non identificabili". Con "targa"
italiana (.it), invece, ci sono tre siti internet che portano
l'Italia al diciannovesimo posto in classifica su 29 paesi
registrati. Prima dell'Italia, con 4 siti per paese, Belgio,
Germania e Romania.
"Nel 57% dei casi parliamo di paesi europei - ha spiegato Di
Noto -, seguiti dall'America (38%), dall'Asia (4), l'Africa
(0,40) e l'Oceania (0,27)". I "numeri dell'orrore", pero', vedono
un nuovo protagonista: "Per l'Africa - ha affermato Di Noto - il
100% dei domini segnalati e' in Libia", mentre per l'intero
continente americano sono gli Stati uniti a presentare la maggior
parte dei casi individuati, circa il 94%, "seguiti da Repubblica
Dominicana (2), Ecuador (2), Turks e Caicos (2), quest'ultimo un
arcipelago corallino territorio d'oltremare del Regno Unito sito
nei Caraibi". Per quanto riguarda il continente europeo (Russia
compresa) e' proprio la Russia ad avere il 99% dei domini, l'1%
e' diviso tra Italia, Liechtenstein, Ucraina, Romania,
Slovacchia, Germania, Olanda, Grecia, Belgio. In Asia domina Hong
Kong (50,1%), mentre il resto e' diviso tra India, Cina,
Giappone, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam. "Anche all'estremo
angolo del mondo, l'Oceania, non mancano i domini
pedopornografici - ha spiegato Di Noto -. Si tratta, delle isole
Cocos e Keeling (territorio australiano con meno di 600 abitanti
nell'Oceano Indiano), le Tonga e Tuvalu, arcipelago di atolli a
meta' strada tra Hawaii e Australia".
(Wel/ Dire)