(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 mar. - La crisi colpisce
l'accoglienza per i bambini di Chernobyl. Mentre l'incubo
nucleare torna a farsi sentire in seguito alle vicende del
Giappone, l'Europa fa ancora i conti con gli effetti
dell'incidente di 25 anni fa nella centrale ucraina. In Italia e
in Emilia Romagna, questo significa soprattutto accogliere i
bambini della Bielorussia e dell'Ucraina che vivono nelle zone
ancora contaminate. Ma progetti che permettono loro di passare i
mesi estivi in Italia sono in difficolta'. "Fra la crisi, i tagli
agli enti locali e un calo di attenzione i numeri sono scesi -
spiega Biagio Caracciolo dell'Anpas (Associazione nazionale
pubbliche assistenze), una delle associazioni che gestiscono il
Progetto Chernobyl insieme alla regione Emilia Romagna -: nei
primi anni 2000 riuscivamo a portare in regione oltre 500 bambini
all'anno, nel 2010 siamo scesi a 160". Il calo riguarda
soprattutto i progetti degli enti locali, che per far quadrare i
bilanci spesso rinunciano ai progetti di cooperazione
internazionale. E Legambiente, che aderiva al progetto, dal 2007
ha rinunciato a partecipare.
Anpas, che coordina l'accoglienza per associazioni ed enti
locali, oggi lavora pincipalmente con i comuni della provincia
bolognese. Qui i bambini vengono sottoposti a visite mediche come
l'ecografia tiroidea e vivono per qualche mese in un'area non
contaminata, e questo li aiuta a mantenere o migliorare il
sistema immunitario. "In Bielorussia, che ha subito le
conseguenze di Chernobyl anche piu' dell'Ucraina, le radiazioni
rimaranno nell'acqua, nell'aria e nella terra per tre secoli -
continua Caracciolo - e gli ospedali sono ancora pieni di bambini
affetti da tumori e leucemie". Per accogliere il maggior numero
possibile di minori, il progetto Chernobyl fissa un limite d'eta'
a 13 anni e non permette di accogliere lo stesso bambino per piu'
di 3 anni.
Ma i legami affettivi che si formano con le famiglie ospitanti
sono difficili da spezzare. Per questo molte si muovono
autonomamente o si affidano ad altre associazioni. Difficile
censire esattamente quanti siano i bambini ospitati, ma che la
crisi economica stia causando difficolta' e' confermato anche
dall'associazione Coccinella, che a Bologna conta 56 famiglie
socie e permette di accogliere lo stesso bambino fino al
compimento della maggiore eta' (dopo il quale le famiglie possono
ricorrere a inviti personali). "Quest'anno ospiteremo 10 bambini
in meno, perche' 8 nel frattempo sono diventati maggiorenni -
spiega il presidente Bruno Bevilacqua -. Ma ci preoccupa il fatto
che non abbiamo famiglie nuove che chiedono di partecipare". Per
contattare l'associazione Coccinella: tel. 051 591356, sito web
http://associazionecoccinella.blogspot.com/. Per informazioni su
Anpas: http://www.anpasemiliaromagna.org/, tel. 051 6347184.
(Wel/ Dire)