PICANO (CNR): HANNO PIÙ ALTE PROBABILITÀ DI AMMALARSI DI TUMORI
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 15 mar. - I bambini rischiano
piu' degli anziani, le donne piu' degli uomini: in queste
categorie aumenta il rischio oncologico in caso di esposizione a
radiazioni. L'aumento della probabilita' di ammalarsi di tumore
e' infatti l'effetto piu' grave per la salute dell'uomo tra
quelli prodotti dalle radiazioni, e dipende dalla dose e dalla
durata dell'esposizione. A spiegare come proteggersi e quali
conseguenze possono avere le radiazioni e' Eugenio Picano,
direttore dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr.
"Si tratta di un rischio, non di un effetto certo, ma che aumenta
a seconda della dose e dell'esposizione alle radiazioni - precisa
Picano - Non esiste una dose di radiazioni 'sicura', non solo
perche' piu' la dose e' alta e piu' aumenta il rischio di cancro.
Ma anche perche' le dosi sono cumulative, e il rischio cresce di
conseguenza". Chi e' piu' vicino alla centrale nucleare corre
maggiori pericoli. "Piu' ci si allontana dalla centrale- continua
Picano- e piu' i pericoli calano in modo esponenziale". Secondo i
calcoli della comunita' scientifica, "se 100 persone si
trovassero esposte ad una quantita' di dosi di radiazioni
equivalenti a 5.000 radiografie del torace (in un anno
normalmente si e' esposti all'equivalente di 100) - prosegue
Picano - una persona si ammalerebbe di cancro perche' indotto
dalle radiazioni, mentre altre 42 si ammalerebbero comunque,
indipendentemente dalle radiazioni".
Al momento, secondo le comunicazioni ufficiali, sembra che le
dosi di radiazioni fuori dalla centrale di Fukushima, in
Giappone, siano al di sotto di quelle che provocano
avvelenamento: il valore di 1.557,5 microSievert registrato ieri
infatti e' mille volte piu' basso della dose che fa registrare i
primi danni biologici acuti. Secondo le tabelle internazionali, i
primi effetti sulla salute si hanno con un'ora di esposizione tra
0,1 e 0,5 Sievert, che causa una diminuzione temporanea dei
globuli bianchi. Da 1 a 2 Sievert si ha un avvelenamento
radioattivo lieve, con nausea, vomito e depressione del sistema
immunitario. L'avvelenamento radioattivo grave si ha invece con
un'esposizione di 3 Sievert, che comporta la morte del 50% dei
pazienti entro 30 giorni. Sopra i 6 Sievert invece la mortalita'
e' del 100% in assenza di terapie drastiche come il trapianto di
midollo osseo. Il primo intervento che si mette in atto in caso
di contaminazione e' il lavaggio accurato della persona esposta,
per ridurre la quantita' di radiazioni sulla pelle. Alcuni
farmaci possono contrastare i danni ai globuli bianchi, mentre
nei casi piu' gravi si ricorre appunto al trapianto di midollo.
Per quanto riguarda i danni a lungo termine, le radiazioni
danneggiano il Dna delle cellule, provocando tumori e danni
all'apparato riproduttivo. Uno dei tumori piu' frequenti e'
quello della tiroide, il cui rischio puo' essere ridotto
somministrando tavolette di iodio subito dopo l'esposizione. Ci
sono anche precauzioni alimentari che si possono prendere:
evitare di mangiare i vegetali a foglia larga e la carne di
animali che si nutrono di questi vegetali.
(Wel/ Dire)