(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 mar. - Viaggi di istruzione,
siamo alla resa dei conti. Negli scorsi mesi molti istituti
avevano minacciato di annullarli per protestare contro i tagli
dovuti alle riforme del ministro Gelmini e per contestare il
taglio della diaria destinata ai prof anche in caso di viaggi
all'estero (quella per le mete italiane era sparita da tempo).
Ora, a poche settimane dal periodo clou delle partenze
(marzo-aprile), la minaccia sta prendendo forma: molti collegi
dei docenti, soprattutto al Centro-Nord, hanno deciso di non
portare fuori i ragazzi. La protesta e' supportata anche dai
sindacati Cobas e Gilda. In alcuni casi, comunque, non si parte
anche solo per punire alunni che hanno portato avanti occupazioni
troppo prolungate o burrascose. È successo, ad esempio,
all'Istituto di via Salvini a Roma che comprende molte scuole,
compreso l'ex liceo Azzarita, dove, durante le contestazioni
studentesche, si sono verificati dei furti. Fra gli operatori del
settore e' gia' allarme: il fatturato e' in calo. Ma i docenti
proseguono a testa bassa. Chi parte, invece, punta al risparmio
netto: sceglie il mordi e fuggi (mete vicine per pochi giorni)
oppure il low cost 'spinto' a costo di raggiungere mete estere
con pullman e traghetti per non prendere l'aereo.
(Wel/ Dire)