(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 mar. - Saranno i volontari di
"Bangladesh associazione Mediterranea" ad aiutare i bambini dei
loro connazionali piu' disagiati a non abbandonare la scuola per
vendere fiori per le strade della citta'. Per portare avanti
l'iniziativa, finalizzata al contrasto soprattutto dello
sfruttamento lavorativo dei minori, sono state raccolte fino a
questo momento gia' piu' di mille firme. I volontari si
impegneranno, infatti, a fare un lavoro capillare con le
famiglie, casa per casa, proprio con l'obiettivo fondamentale di
riuscire a censire tutti i bambini ambulanti che operano a
Palermo e a contrastare cosi' il fenomeno dell'abbandono
scolastico. Sono infatti tanti i bambini e adolescenti, tutti in
eta' scolare che, fino al tardo pomeriggio, soprattutto per le
vie del centro storico e all'interno di molti locali di
ristorazione, vengono impegnati dalle stesse famiglie nella
vendita di fiori. Un'attivita' che li distoglie dagli impegni
scolastici fino a portarli all'abbandono effettivo dell'istituto
dove sono iscritti.
"E' un fenomeno - riferisce Shain, uno dei rappresentanti
dell'associazione - che cerchiamo di arginare, persuadendo i
genitori o i parenti che li hanno in custodia che e' molto
importante andare a scuola". Poiche' le famiglie bengalesi a
Palermo si conoscono quasi tutte, l'intento e' quello di
controllare le assenze scolastiche dei bambini, cercando di
aiutare le famiglie, nei casi dove e' possibile, magari invitando
i bambini a fare i compiti a casa dei volontari. "I proprietari
dei ristoranti sono buoni con me - racconta un bambino di quinta
elementare, venditore di rose -, io mi vergogno di disturbare le
persone mentre mangiano ma alcune sono gentili e mi danno pure le
patatine. Certe volte la mattina mi viene difficile alzarmi per
andare a scuola e, quando ci vado, mi addormento sul banco". Per
i casi piu' difficili ci si rivolge all'ufficio nomadi e
immigrati del comune che cerca, a volte su segnalazione degli
stessi connazionali, di aiutare il minore e la famiglia,
favorendo l'integrazione e l'inserimento nella scuola.
Il contrasto allo sfruttamento lavorativo, e' soltanto il primo
passo che intende svolgere l'associazione bengalese che lancia,
pure, un appello alle istituzioni affinche' possa presto aprire
una scuola di formazione allo studio delle lingue straniere e
agli usi e costumi tradizionali bengalesi. L'esigenza, in questo
caso, nasce dalla preoccupazione dei rappresentanti
dell'associazione bengalese che i loro figli non imparino in
Italia la lingua inglese in maniera esauriente. "Una lingua -
come dice l'associazione che, se fatta bene, puo' diventare la
chiave del futuro".
Per tale scopo l'associazione che, ha la sua sede in via
Maqueda, cerca insegnanti magari, in pensione disponibili ad
aiutare questi bambini. Il problema principale e' quello di
riuscire ad avere una locale dove svolgere queste attivita'
didattiche, magari ubicato all'interno del centro storico, dove
vive la gran parte di loro e facilmente accessibile a piedi
perche' molti non sono automuniti. "Se il comune ci indica un
locale che possiamo utilizzare - dicono i responsabili