(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 mar. - Approda e si moltiplica
sul web la rabbia degli insegnanti e dei cittadini dopo le parole
di Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica. Nei giorni scorsi il
presidente del Consiglio ha sottolineato che i genitori devono
essere liberi di scegliere dove mandare i propri figli,
soprattutto se si parla di scuola privata. Anche perche' in
quella statale "gli insegnanti inculcano idee diverse da quelle
che vengono trasmesse nelle famiglie". Immediate le reazioni
politiche e non e ora viene preso d'assalto il web con Facebook,
neanche a dirlo, protagonista del coro di critiche. Sul social
network fioccano le pagine create a difesa della scuola pubblica
come questa: "Tutti devono sapere - la scuola pubblica sta
morendo". Sul gruppo c'e' ad esempio Filippo Bosco, che si
domanda: "Non so se fanno piu' paura le parole del premier o gli
applausi dei 'cristiano-riformisti'! Mi chiedo quale Vangelo
abbiano letto...". Da Emanuela Pulvirenti, insegnante, parte un
"piccolo suggerimento ai colleghi per le adozioni dei libri:
Boicottate tutti i testi scolastici del gruppo Mondadori!!! Ecco
il link del volantino (...)". C'e' poi chi, come 'Euristeo
Precario...
Sposero' la Carfagna', ricorda: "La scuola pubblica esiste da 150
anni, la Gelmini ha impiegato 150 giorni per distruggerla".
Su 'No ai finanziamenti alle scuole private: soldi alla Scuola
Pubblica', Beppe Capici non nasconde una certa amarezza: "Stiamo
tornando indietro nel tempo, dove solo i ricchi avevano il
diritto allo studio, le dichiarazioni del dittatore 'Berlusconi'
sulla scuola pubblica sono scioccanti. Mandiamoli a casa". Grace
Bartolo, invece, coglie un particolare importante, un particolare
tecnico: "...se la scuola e' 'd'obbligo', almeno fino all'eta' di
16 anni, dev'essere pubblica altrimenti che scuola d'obbligo
sarebbe, la privata puo' anche non esistere, e' una scelta del
genitore che, se vorra' una scuola privata per il proprio figlio,
dovra' contribuire pagando la scelta fatta". Di poche ma incisive
parole Marina Spila: "Insegno nella scuola pubblica e ritengo che
sia l'unica ad offrire pari opportunita' a tutti i bambini".
Oltre seicento persone, invece, hanno gia' firmato la petizione
online
(http://www.petizionionline.it/petizione/parole-di-uninsegnante-de
lla-scuola-pubblica-per-berlusconi/3552) legata ad una lettera
inviata da una insegnante della scuola pubblica al presidente del
Consiglio. L'insegnante, Monica Fontanelli, nella parte finale
della missiva chiede a Berlusconi: "Rispetti il lavoro di chi,
per poco piu' di mille euro al mese, fa di tutto per dare ai
giovani di questo Paese cultura, dignita', consapevolezza e
onesta'"
(Wel/ Dire)