350-400 MILA STUDENTI CON DISLESSIA, DISORTOGRAFIA E DISCALCULIA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 mar. - Il segreto per aiutare
i bambini dislessici?
Puntare su didattiche innovative create attorno agli studenti. Di
questo si e' parlato al primo incontro nazionale delle
associazioni che si occupano di dislessia. Il convegno,
organizzato dalla onlus Il Laribinto, raccoglie la sfida lanciata
dalla recente legge 170/2010 sulla dislessia: 350-400 mila
studenti (il 5% della popolazione studentesca, ndr) con disturbi
specifici di apprendimento per dislessia, disortografia e
discalculia, dovranno poter raggiungere gli stessi obiettivi dei
loro compagni.
"Una cosa che si dice spesso e' che i dislessici stanno
aumentando: non e' vero, ci sono sempre stati ma ora iniziamo a
riconoscerli -dice Maria Dimita Giombini, presidente de il
Laribinto, onlus impegnata nell'organizzazione di eventi
culturali e raccolte fondi a favore di associazioni che si
occupano di dislessia-. Una volta, quando andavano male a scuola
smettevano di studiare, oggi la preparazione e' una tappa
obbligata altrimenti e' difficile andare avanti nella vita". Va
poi precisato che i ragazzi dislessici non hanno la dislessia ma
"sono" dislessici: "La dislessia non e' una malattia, ma una
caratteristica congenita -continua Giombini-. Come un bambino
mancino, che ha difficolta' perche' l'ambiente gliele crea e, a
seconda dell'insegnante cambia tipo di risposta". Per questo, al
convegno di domani non ci saranno soltanto associazioni di
volontariato, ma anche scuole.
"L'incontro e' stato pensato soprattutto per gli insegnanti
-proseuge Giombini-: siamo alla ricerca di una didattica pensata
per tuti i ragazzi, ma con modalita' tali che gli studenti
dislessici, ragazzi intelligenti e in gamba, abbiano maggiore
facilitazione nell'apprendimento: se non studiano non e' perche'
non vogliano farlo ma perche' la loro fatica e' molto superiore a
quella dei loro compagni". Con piu' libri da studiare e continue
verifiche scritte, i metodi adottati da alcuni insegnanti, sono
molto penalizzanti, con il risultato che i ragazzi dislessici si
trovano in crisi.
(Wel/ Dire)