(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 mar. - "Non vogliamo fare
lavori per finta".
"Vogliamo fare i lavori che ci piacciono e che sappiamo fare".
"Vogliamo stare insieme per aiutarci". "Non vogliamo essere
trattati come bambocci". In queste parole di Nicola, Gregorio,
Simona, Christian e altri ragazzi che hanno condiviso
l'esperienza educativa e terapeutica del Centro di terapia
integrata per l'infanzia "La Lucciola" c'e' tutta
l'insoddisfazione dei giovani che si trovano alle prese con le
problematiche del mondo del lavoro. E che, a causa di disabilita'
di vario tipo (che vanno dalla Sindrome di Down alla psicosi alla
paralisi cerebrale), si sono ritrovati a fare lavori al di sopra
delle loro possibilita' o troppo al di sotto (lavori per finta).
È dalla loro voglia di poter fare un lavoro vero in un clima
umano che nasce la cooperativa La lanterna di Diogene. "Ho avuto
la fortuna di crescere con questi ragazzi- racconta Giovanni
Cuocci, oste- e ho visto la loro insoddisfazione quando hanno
dovuto affrontare l'ingresso nel mondo del lavoro".
Nasce cosi' la cooperativa sociale La Lanterna di Diogene, che
gestisce una fattoria a Solara di Bomporto e un'osteria. "Abbiamo
dato vita alle cose che ci piaceva fare- racconta Cuocci- in un
ambiente sano". I ragazzi coltivano la terra, allevano gli
animali e lavorano nell'osteria, aiutando i cuochi o servendo ai
tavoli. Un modo per guadagnare denaro e soddisfazioni in un
ambiente in un cui ognuno puo' crescere lavorando e, continua
Cuocci, "per fare cio' che sappiamo fare". Alla Lanterna di
Diogene ognuno partecipa al progetto svolgendo il lavoro che e'
capace di fare, con l'ausilio di tecnici esperti: cosi' c'e' chi
segue le galline, chi aiuta in cucina, chi coltiva l'orto e chi
cura il frutteto.
(Wel/ Dire)