LEGAMBIENTE: "OLTRE IL 50% È IN AREE A RISCHIO SISMICO"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 mar. - Il 36% degli edifici
scolastici italiani e' in situazione di emergenza e la
percentuale delle scuole che necessita di interventi di
manutenzione straordinaria non ha fatto registrare variazioni
positive negli ultimi anni. Su 42.000 edifici, infatti, la meta'
e' situata ancora in aree a rischio sismico e solo il 58%
possiede il certificato di agibilita'. E' questa, come si legge
in una nota, l'allarmante fotografia scattata da Ecosistema
scuola 2011, il rapporto di Legambiente sull'edilizia scolastica,
presentato questa mattina a Lucca.
Ad illustrare la XI edizione del dossier di Legambiente
nell'ambito di un incontro-dibattito sul tema, erano presenti,
tra gli altri, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di
Legambiente, Stefano Baccelli, presidente della Provincia di
Lucca, Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e
Formazione, aggiunge la nota. L'indagine di Legambiente sulle
scuole d'infanzia primarie e secondarie di primo grado di 93
capoluoghi di provincia racconta di un patrimonio edilizio
scolastico ancora in stato di emergenza, in cui ben il 36% degli
edifici necessita di interventi di manutenzione immediati. Un
dato che non accenna a scendere e che restituisce ancora la
difficolta' degli enti locali di tenere in piedi un patrimonio
edilizio vetusto, costruito nel 65% dei casi prima del 1974, anno
dell'entrata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni
localizzate in aree sismiche.
Ed e' proprio la messa in sicurezza antisismica delle scuole
costruite prima degli anni 70 a rappresentare una delle emergenze
cui far fronte, dal momento che oltre il 50% dei 42.000 edifici
scolastici italiani si trova tuttora in area a rischio sismico,
il 9% e' a rischio idrogeologico, meno del 50% degli edifici
possiede il certificato di collaudo statico e solo il 10,14% e'
costruito secondo criteri antisismici, spiega la nota. Secondo il
rapporto, tuttavia, quasi nella totalita' degli edifici vengono
fatte prove di evacuazione, piu' del 90% ha le porte antipanico,
ma la certificazione di prevenzione incendi e' solo nel 35,4% e
le scale di sicurezza sono presenti in poco piu' del 50%.
Ancora una volta Ecosistema Scuola mette in luce la differenza
qualitativa del patrimonio edilizio delle diverse aree del Paese.
Il 52% degli edifici al sud e circa un 53% nelle isole, infatti,
pur avendo edifici relativamente giovani, dichiara la necessita'
di interventi di manutenzione urgenti, a fronte di quanto
dichiarato dalle regioni del nord e del centro che si aggirano
intorno al 26%, continua la nota. Ma la differenza tra nord e sud
e' sostanziale anche nell'investimento medio di manutenzione
straordinaria che denota un diverso approccio
politico-amministrativo nella gestione complessiva dell'edilizia
scolastica: si passa infatti dai 53.472 euro al nord, ai 27.193
euro al centro per arrivare ai 22.482 investiti al Sud.
Nel settentrione inoltre, c'e' una maggiore attenzione per la
manutenzione ordinaria, con una media di investimento dei comuni
doppia rispetto a quella del meridione, ovvero 12.003 euro ad
edificio contro i 4.902 del sud. Tiene unita tutta la penisola,
invece, il problema di carenza di strutture dedicate allo sport,
di cui ancora oggi sono sprovviste il 45% delle scuole, prosegue
la nota. Ma oltre a non essere in sicurezza, le scuole italiane
non monitorano neanche il rischio ambientale: malgrado la legge
257 del 1992 richieda alle regioni il censimento degli edifici in
cui siano presenti strutture in amianto e che gran parte degli
edifici scolastici siano stati edificati nei decenni in cui
venivano utilizzato per costruire, ben il 18% dei comuni non fa
il monitoraggio delle strutture in amianto.
Stesso discorso per il radon, che viene monitorato solo dal
30% delle amministrazioni mentre sono assolutamente sottovalutati
i rischi derivanti dalla vicinanza ad elettrodotti, monitorati
solo dall'11% dei comuni e presenti in una percentuale del 3,4%,
sottolinea la nota. Quasi il 17% degli edifici si trova invece a
meno di 5 Km da industrie e il 10,5% a meno di un km da fonti di
inquinamento acustico. Del 15% e' la percentuale degli istituti
che si trovano in prossimita' di antenne per i cellulari, mentre
solo il 4% degli edifici si trova vicino a emittenti radio
televisive.
"Nonostante i proclami governativi, attendiamo la
pubblicazione dell'anagrafe scolastica, in sospeso da quindici
anni, per avere un quadro preciso delle condizioni in cui versano
gli edifici scolastici in Italia- ha dichiarato Vanessa
Pallucchi, responsabile scuola e formazione dell'associazione- La
scarsita' e la discontinuita' delle risorse finanziarie non sono
il nodo principale dell'uscita da questo stallo, lo e' invece la
possibilita' di lavorare su una programmazione e pianificazione a
medio e lungo termine, che dia modo di analizzare i bisogni del
patrimonio edilizio scolastico nazionale nella sua complessita'
ed interezza".
"Per uscire dall'emergenza che da undici anni Ecosistema
Scuola denuncia, infatti, e' necessario garantire organicita' e
stabilita' al trasferimento delle risorse, ridefinire competenze
e ruoli degli Enti, per completare definitivamente l'anagrafe
scolastica- ha affermato Pallucchi- Ma ci aspettiamo anche dalle
istituzioni che l'edilizia scolastica divenga terreno di
riqualificazione e gestione edilizia di eccellenza, attenta alla
sostenibilita' e alla vivibilita' anche formativa dei luoghi,
luoghi dove ogni giorno vivono ben otto milioni di studenti".
Una battuta d'arresto e uno scarso investimento da parte delle
amministrazioni si riscontra anche nelle buone pratiche, relative
all'innovazione strutturale e la sostenibilita' gestionale degli
edifici, si legge ancora nella nota. Se e' vero, infatti, che la
raccolta differenziata e' ormai una buona pratica diffusa nella
maggior parte delle scuole, e' conclamato che da anni la
percentuale delle scuole che la pratica e' ferma all'80%. Lenta
anche la crescita del biologico nelle mense dove, anche se
all'87% vengono serviti prodotti biologici, solo l'8,66% offre
cibi interamente bio, mentre il resto delle mense dichiara di
utilizzare una percentuale intorno al 54% di prodotti biologici.
Rimane interessante, invece, il trend positivo sul risparmio
energetico con la crescita nell'arco di quattro anni delle scuole
che utilizzano fonti di illuminazione a basso consumo da 46,5% a
piu' di 63% e quelle che utilizzano energia da fonti rinnovabili,
giunte a piu' dell'8%, riporta la nota. Tra le regioni che
spiccano per specifici investimenti sulle energie pulite nelle
scuole ci sono Puglia, Abruzzo e Toscana con una percentuale di
edifici che utilizzano fonti rinnovabili doppia rispetto al dato
medio nazionale.
In generale dalla fotografia di Ecosistema Scuola 2011 anche
quest'anno il centro nord si conferma in testa alla graduatoria,
osserva la nota. Ad aprire la graduatoria dei Comuni capoluogo di
provincia e' Prato (I), seguita da Trento (II), Parma (III),
Biella (V), Frosinone (VIII) e Terni (IX), mentre entrano nella
top ten, Siena (IV), Alessandria (VI), Reggio Emilia (VII) e
Verbania (X). Sul fronte delle regioni sono, invece, ancora una
volta il Piemonte, la Toscana e l'Emilia Romagna le portabandiera
della qualita' dei servizi e dell'edilizia scolastica.
La prima citta' del sud e' Napoli, che quest'anno si piazza al
24esimo posto, distinguendosi per il possesso delle
certificazioni di agibilita', staticita' e igiene, ma anche un
buon risultato in termini di raccolta differenziata, conclude la
nota. A distinguersi sull'impiego di energie rinnovabili Imperia,
Prato, Ragusa e Vicenza sono le citta' con il dato percentuale
maggiore. Sono invece, Ferrara, Vercelli, Milano, Trento, Bolzano
e Messina le citta' che investono mediamente di piu' nella
manutenzione straordinaria mentre Milano, Parma, Agrigento,
Udine, Bologna e Firenze quelle che investono di piu' in quella
ordinaria.
(Com/Mtr/ Dire)