PER LA FAND TORNA LO SPETTRO DELLE CLASSI DIFFERENZIALI.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 31 mag. - "No al disegno di
legge del Pdl che vuole affidare ai privati il sostegno agli
alunni disabili". La Federazione tra le associazioni nazionali
delle persone con disabilita' (Fand) rispedisce al mittente con
una certa preoccupazione la proposta legislativa dei Senatori
Bevilacqua e Gentile del Pdl che prevede interventi di "personale
esterno alla scuola" per l'attivita' didattica degli alunni
disabili. "Come Fand - spiega Giovanni Pagano, presidente della
federazione - prendiamo le distanze dal Disegno di Legge e
chiediamo a tutto il mondo politico un grande segno di civilta',
e cioe' di intervenire per bloccare immediatamente il Ddl n. S
2594 presentato dai parlamentari del Pdl".
Secondo la Fand, infatti, la proposta contenuta nel Ddl in
questione "sembra piu' orientata a dare risposte ai bisogni del
privato, piuttosto che all'integrazione. Infatti in essa e'
contemplata la possibilita', per le scuole, di definire progetti
con la collaborazione di personale o consulenti privati esterni
alla scuola a favore del sostegno degli alunni con disabilita',
per la elaborazione e l'attuazione del piano educativo
individualizzato, e per gli alunni con Dsa, misure educative e
didattiche di supporto". Un provvedimento che, secondo Pagano,
permetterebbe "al privato di effettuare interventi rivolti al
singolo alunno, contraddicendo quanto contemplato dalla
normativa, e quanto elaborato dalla pedagogia e dalla didattica,
in merito al processo di integrazione", ma non solo. Secondo la
federazione, "nel Ddl presentato sembra che la risposta debba
essere una non ben definita professionalita', la cui unica
caratteristica e' di essere "esterna alla scuola" e appartenere
al privato".
Quel che secondo la Fand "appare singolare e rischioso" del
testo presentato dai senatori del Pdl e' "il tentativo di
ipotizzare interventi di personale esterno alla scuola anche per
l'attivita' didattica". Una situazione che secondo la federazione
rilancia lo spettro del ritorno alle classi differenziali con "la
creazione di gruppi di alunni classificati in virtu' del loro
funzionamento. Il che equivale a consolidare, nella scuola
dapprima e nella societa' poi, lo stigma del diverso: un diverso
che deve stare appartato dal gruppo dei coetanei". Sfuggono alla
federazione le ragioni che hanno spinto alla presentazione di un
testo simile. "Forse perche' avanza sempre piu' l'idea che ci si
possa 'sbarazzare' degli alunni con disabilita' ricreando spazi
separati dalle classi comuni?". Eppure - conclude la federazione
"basterebbe applicare la normativa in vigore per vedere
realizzata una scuola effettivamente inclusiva".
(Wel/ Dire)