RIMINI, NEL 2010 621 CASI IN PIÙ PER SERVIZI SOCIALI
TRA LE CAUSE SALE DISAGIO FAMILIARE, CALANO I PROBLEMI ECONOMICI
(DIRE - Notiziario Minori) Rimini, 27 mag. - Erano 3.101 a inizio
2010 i bambini e i ragazzi in carico ai servizi di tutela minori
nel riminese, sono 3.722 un anno dopo: 621 storie, che, come
spiega l'assessore alle Politiche sociali della Provincia di
Rimini, Mario Galasso, "testimoniano di un quadro sociale in
crescente difficolta'", tenendo anche conto "dell'alta incidenza
del disagio economico e familiare nelle prese in carico dei
minori". Il disagio familiare infatti e' la prima voce
nell'elenco delle tematiche di intervento dei servizi: al primo
gennaio 2011 si parlava di 1.080 casi (38,5% del totale). Seguono
le richieste per difficolta' economiche (912 minori, 32,5%) e per
i divorzi o le separazioni traumatiche (292 soggetti a carico,
10,4%). Lo scorso anno l'incidenza dei problemi economici era
piu' alta (43,2%) e precedeva quella delle difficolta' in
famiglia (39,6%), mentre sono calate le richieste di intervento
dopo la rottura del legame fra i genitori (14% lo scorso anno).
In questi dati, precisa la Provincia, non rientrano i Comuni
dell'alta Valmarecchia, che ancora gestiscono direttamente la
presa in carico e dipendono ancora, come autorita' giudiziaria,
dal tribunale di Ancora.
Per fare fronte a questi numeri, la giunta provinciale ha
approvato oggi il "Programma provinciale per la promozione di
politiche di accoglienza e tutela dell'infanzia e
dell'adolescenza, piano di azioni 2011", il cui obiettivo e',
spiega un comunicato stampa, "individuare il contesto sociale e
territoriale attraverso il quale rafforzare e integrare l'offerta
della rete dei servizi e degli interventi territoriali", in modo
da "garantire un adeguato sistema di promozione e tutela in
stretto raccordo con la programmazione dei piani sanitari di
zona".
Il programma 2011 si articola in cinque punti: rapportare i
servizi educativi e la scuola con la dimensione sociale,
sanitaria, sportiva, culturale e ricreativa, promuovere forme di
cittadinanza attiva, potenziare il sistema di accoglienza,
sostenere forme specifiche di tutela, favorire il coordinamento
della progettazione e la diffusione di buone prassi. In questo
quadro d'indirizzo la Provincia svolge il suo ruolo di
monitoraggio e di valutazione attraverso il "Coordinamento
tecnico provinciale per l'infanzia e l'adolescenza".
Secondo l'assessore Galasso, "i dati elaborati devono essere
una guida, un riferimento non solo statistico per impostare
politiche e servizi che sappiano intercettare e affrontare queste
nuove emergenze sociali, anche sul nostro territorio".
(Com/Jaf/ Dire)
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