(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 mag. - Lo scorso anno in un
istituto di Vicenza, e probabilmente non solo. Quest'anno a
Trieste, e non sara' l'ultimo caso. Una trentina di studenti, con
l'avvicinarsi dell'estate e, di conseguenza con il salire delle
temperature, hanno pensato bene di presentarsi a scuola
indossando dei pinocchietti, i calzoni a 'mezza gamba'.
All'arrivo a scuola, l'istituto tecnico Nautico di piazza Hortis,
la brutta sorpresa: il bidello, su indicazione del preside
Raffaele Marchione, non li ha fatti entrare proprio a causa del
loro abbigliamento.
Secondo quanto scrive il Piccolo di Trieste, il fatto e'
successo due giorni fa. L'intervento e' stato preceduto da una
circolare fatta passare di classe in classe il 16 maggio scorso:
"Con l'approssimarsi della bella stagione- si leggeva nella nota-
si invitano allieve ed allievi dell'istituto ad indossare un
abbigliamento adeguato durante le lezioni. Non saranno accolti
studenti con abbigliamento da spiaggia (spalle scoperte,
pantaloni corti o a mezza gamba)".
"Nessuno di noi portava infradito o pantaloncini corti-
dichiarano al Piccolo i ragazzi- il provvedimento ci e' sembrato
esagerato e abbiamo deciso di chiamare la Polizia. Abbiamo
informato la Digos e segnalato il fatto anche al Provveditorato
agli studi".
Gli agenti di Polizia, una volta parlato con la dirigenza
dell'istituto, hanno poi riferito ai ragazzi l'esito di un
compromesso raggiunto: "Sono andati a parlare con il vicepreside
e poi ci hanno riferito che per entrare avemmo dovuto lasciare le
nostre generalita' al bidello- riferiscono ancora i ragazzi
secondo il Piccolo- rassicurandoci del fatto che non avremmo
subito ripercussioni. Perche' allora dovevamo lasciare il nostro
nome e cognome?". Infatti non tutti hanno accettato: gli unici
sono stati otto studenti che dovevano affrontare la prova
pre-esame per la qualifica della terza classe iniziata, con
parecchio ritardo visto l'inconveniente.
"La riforma della scuola prevede che il voto in condotta
faccia media con le altre materie- precisano gli studenti- e
temiamo che chi ha lasciato il nome all'entrata pur di entrare
venga penalizzato. Per molti di noi mancano 20 giorni all'esame
di maturita'".
E non e' tutto: nel corso della mattinata una decina di alunni
ai quali era stato vietato l'accesso si sono intrattenuti con un
insegnante con libri e quaderni aperti in piazza Hortis. "Non
rilascio dichiarazioni- ha riferito il professore- stiamo
chiacchierando e io non sto facendo lezione...".
(Gas/ Dire)