(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 mag. - Gli sgomberi degli
insediamenti spontanei nella capitale sono "piu' che triplicato
rispetto al 31 luglio 2009, giorno della presentazione ufficiale
del piano nomadi". È quanto denuncia l'associazione 21 luglio,
impegnata per la difesa dei diritti dei minori rom, che in questi
giorni sta monitorando gli sgomberi messi in atto dal Comune di
Roma in varie zone del territorio. Secondo l'associazione, le
azioni di sgombero continuano con la "medesima determinazione,
violando i piu' elementari diritti umani, gli insediamenti
informali risultano in continuo aumento raggiungendo, cosi' come
riferito da un rappresentante del Dipartimento Promozione dei
servizi sociali e della Salute di Roma Capitale, la cifra di 279.
Da cio' si evince la totale inefficacia delle azioni di sgombero
il cui esito sembra essere esclusivamente quello di esasperare le
persone coinvolte procurando loro la massima sofferenza".
Finite le festivita' pasquali, infatti, nella capitale le
ruspe sono tornate in azione. Dopo quello del "canneto",
l'insediamento spontaneo nei pressi del campo attrezzato di via
Candoni dei giorni scorsi, preceduto da altri piccoli interventi,
nella giornata di ieri ci sono stati altri interventi delle forze
dell'ordine. "Martedi' 10 maggio gli osservatori
dell'Associazione 21 luglio hanno assistito alle operazioni di
sgombero avvenute presso l'insediamento informale collocato lungo
il Tevere, all'altezza del km. 9,7 di via Salaria- si legge in un
comunicato dell'associazione-L'insediamento era formato da
poverissime abitazioni consistenti in tende realizzate con teloni
di plastica recuperati dalla spazzatura e da piccole e malridotte
tende da campeggio. Alcune famiglie avevano costruito piccole
baracche provvisorie con materiale di recupero: legno, alluminio,
plastica, nylon. L'insediamento non aveva alcuna fornitura idrica
e di energia elettrica. Gli abitanti, secondo i dati raccolti
dall'Associazione 21 luglio il 15 aprile 2011, erano 89 rom di
cittadinanza romena (39 uomini, 18 donne - delle quali 5 erano
incinte - e 32 minori). I 34 nuclei familiari avevano subito nel
corso del 2010 almeno uno sgombero forzato mentre abitavano altri
insediamenti".
Secondo quanto denuncia l'associazione, al momento dello
sgombero, condotta "da una task force composta da circa 22
persone appartenenti alla Sala operativa sociale del Comune di
Roma, alla Polizia Municipale e alla Polizia di Stato" e "alla
presenza anche il presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli"
circa la meta' degli abitanti non risultava presente, mentre per
i presenti c'e' stata una "raccolta dei documenti di
identificazione registrando su un'apposita scheda numerata i dati
raccolti presso una postazione allestita appositamente". Agli
abitanti dell'insediamento e' "stato intimato alle persone rom di
raccogliere nel piu' breve tempo possibile i loro beni" mentre
"soltanto per due donne con bambini neonati e' stata proposta una
soluzione alternativa presso il centro residenziale di
accoglienza temporanea "Giaccone" sito in via Cassia, 472. E'
stata quindi prevista una sistemazione alternativa con la
divisione dei nuclei familiari".
(Wel/ Dire)