STUDIO DEL CENTRO NAZIONALE: "FARSI LARGO TRA GLI ADULTI"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 mag. - I ragazzi "contano" in
famiglia e tra gli amici, meno a scuola e nelle attivita'
sportive: e' questa la percezione degli adolescenti italiani sui
propri spazi di autonomia e decisione, che emerge dal volume
"Costruire senso, negoziare spazi. Ragazze e ragazzi nella vita
quotidiana" (Quaderno numero 50 del Centro nazionale), curato da
Valerio Belotti. Il volume e' stato presentato a Firenze nel
convegno "Farsi largo tra gli adulti, il punto di vista dei
ragazzi", organizzato all'Istituto Innocenti. La ricerca
coordinata da Belotti ha voluto mettere in risalto, come spiegato
nell'introduzione, "il punto di vista delle ragazze e dei ragazzi
sulla formazione delle decisioni che si prendono nei diversi
ambienti della loro vita quotidiana (famiglia, gruppo dei pari,
classe scolastica, associazionismo, pratica sportiva) e sulla
natura e il rispetto dei loro diritti di cittadini".
Il campione e' composto da circa 21 mila tra ragazzi e ragazze
di 11, 13 e 15 anni. "La particolarita' di questa ricerca- spiega
Belotti- e' che rappresenta una delle pochissime occasioni in cui
si interpellano direttamente i ragazzi sulla loro quotidianita'".
È stato loro chiesto quanto prendono parte ai processi
decisionali che li riguardano a casa, a scuola, tra amici, quali
i loro spazi di autonomia. "È emerso che in famiglia, sulle
decisioni che li riguardano direttamente, i ragazzi hanno la
percezione che la loro voce conti- spiega il curatore della
ricerca- Quindi c'e' una valutazione positiva: la famiglia e'
descritta come pacificata, senza conflitti". E questo vale
indistintamente per maschi e femmine, contraddicendo le
previsioni iniziali: "Ci aspettavamo di incontrare differenze di
genere, ma cosi' non e' stato. Probabilmente questo puo' essere
spiegato con il fatto che i maggiori motivi scatenanti dei
conflitti familiari, come ad esempio le uscite serali, sono
prematuri per questa fascia di eta' e interverranno piu' avanti".
Una valutazione positiva viene data dai ragazzi anche in merito
agli spazi di azione e negoziazione all'interno della rete di
amici e delle associazioni di cui fanno parte.
Meno margine di autonomia e' percepito invece a scuola e nello
sport. La prima viene vissuta come un "obbligo forzato", senza
sufficienti spazi di confronto e di partecipazione. "Questo
solleva interrogativi su come colmare questa lacuna e rendere la
scuola un luogo in cui gli studenti possano diventare soggetti
attivi" rilancia Belotti. La stessa percezione critica riguarda
anche lo sport: "I ragazzi vanno volentieri a fare attivita', si
divertono, esprimono la propria corporeita', ma lamentano la poca
negoziazione sulla gestione degli allenamenti, delle vittorie,
delle sconfitte, degli errori, della squadra".
Il volume completo e' disponibile nel sito
www.minori.it/files/Q50_0
(Wel/ Dire)