(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 lug. - "E' difficile
stabilire una relazione diretta tra l'esplosione di un tale atto
di follia e il ricorso a videogiochi di guerra cosi' violenti
come World Of Warcraft e Call of duty, di cui faceva uso
l'attentatore di Oslo Anders Behring Breivik. Il consumismo
intellettuale della violenza e della morte molto spesso passa
inevitabilmente dall'esperienza virtuale a quella reale. E' lo
stesso motivo per cui, qualche giorno fa in questa stessa
trasmissione, ho detto no al videogioco Euthanasia, perche' si
tratta di un videogioco in cui la violenza virtuale scivola senza
barriere verso la violenza reale. Per questo i costruttori di
questi giochi dovrebbero agire con grande prudenza". Lo ha detto
a KlausCondicio, il programma tv di Klaus Davi in onda su YouTube
e visibile al link http://www.youtube.com/user/klauscondicio, la
deputata Udc Paola Binetti.
"Sono convinta- continua- che una personalita' sana digerisce
ed elabori anche stimoli violenti mantenendo chiarissima la
distinzione tra reale e irreale; ma in una personalita' malata il
problema vero e' il confine che separa il reale, cioe'
l'irreversibile, dal virtuale, che invece e' totalmente
reversibile". E, alla domanda "si possono mettere in relazione
gli atti violenti di Norvegia col consumo di videogiochi?", la
Binetti ha risposto: "Il tema di fondo e' non alimentare il
disagio psicologico fortemente diffuso. Davanti alla sofferenza
tutti noi abbiamo l'obbligo di esercitare la protezione di quei
cento ragazzi che stavano vivendo un'esperienza tranquilla, a cui
la morte e' andata incontro. È necessario porsi il problema di
queste cento persone che non torneranno mai piu'".
L'esponente Udc e' convinta che "videogiochi come world of
warcraft non vanno venduti ai minori" e fara' "appello al Garante
dell'Infanzia".
Continua Binetti: "Noi facciamo limitazioni nella vendita di
alcolici e di sigarette ai minori. Sulle confezioni ci sono le
indicazioni che chiariscono i danni alla salute. E' evidente che
i limiti sono aggirabili, ma abbiamo almeno cercato di proteggere
chi e' piu' esposto. Di dare cioe' un segnale, assumendoci la
responsabilita'. Aumentare il livello di prudenza e' un obbligo
morale. Questa e' una della cose piu' importanti di cui si dovra'
occupare il costituendo Garante dell'Infanzia, cioe' la
prevenzione; che non va intesa come censura, come limitazione
delle liberta' individuale, ma come una misura di prevenzione che
garantisce la liberta' di molte altre persone". Paola Binetti ha
quindi aggiunto: "Io non posso pensare di non porre limiti alla
liberta' di acquisto di videogiochi da parte di soggetti come
Anders Breivik; non posso non prendere atto delle conseguenze che
questa liberta' ha avuto su tante persone. Il legislatore deve
tutelare tutti, soprattutto le fasce piu' deboli". E "il fatto
che molti siano su Internet" per la deputata "non deve essere un
alibi per non intervenire, esistono dei filtri che credo vadano
posti. Intendiamoci, anche le limitazioni possono essere
aggirate. L'importante e' che i ragazzini sappiano che il sistema
di barriere che viene messo esiste perche' l'oggetto esposto
all'uso potrebbe essere pericoloso per se' e per gli altri".
Ma non solo: reputa "certi videogiochi" dei "canali di
comunicazione che veicolano dei messaggi. Nel caso di Call of
duty e World Of Warcraft, il concetto che passa e' che la
violenza gratuita ti fa sentire piu' potente, piu' capace; questi
videogiochi creano l'illusione del superuomo, un'esperienza che
francamente vorremmo avere archiviato per sempre. I videogiochi
non sono elettrodomestici per bambini. Alcuni sono strumenti di
propaganda e di indottrinamento ideologico. Altre volte
propagandano la morte. I videogiochi si caricano e si possono
vedere tante volte fino a che i livelli di eccitazione possono
crescere e raggiungere la soglia di molla propulsiva".
(Wel/ Dire)