(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 26 lug. - La vicenda dei nonni
iscritti a scuola dei paesini lucani non e' nuova e soprattutto
non e' scontato che sia una peculiarita' di certe regioni del Sud
Italia. Basta fare una veloce rassegna stampa per capire che si
tratta di un fenomeno che colpisce tutti i piccoli comuni
d'Italia. Lo scorso anno, per esempio, ha fatto discutere la
storia della scuola elementare di Venturali di Villorba, in
provincia di Treviso, dove al momento delle iscrizioni si sono
presentati due anziani del paese di 76 e 80 anni. Ancora al Nord,
nel 2008 sulle pagine dei giornali locali e' finito il caso di
Scarpino, in provincia di Genova. Lo scorso anno invece a far
notizia e' stato San Filippo del Mela, in provincia di Messina. O
ancora a Pero di Breda, sempre in provincia di Treviso o Piane di
Morro, in provincia di Ascoli e per andare piu' indietro nel
tempo nel 1994, un caso del genere fu riportato dalla stampa a
Zorlesco, piccolo centro del Lodigiano.
Salvare le scuole elementari e medie dalla chiusura, pero', non
e' l'unica battaglia portata avanti dagli abitanti dei piccoli
comuni lucani. Nonostante il calo demografico venga accolto dai
piu' con apatia, c'e' chi non resta a guardare e cerca di
valorizzare il proprio territorio, anche se in realta' sono in
pochi. A Pietrapertosa, sulle Dolomiti Lucane, per esempio, e'
nato da poco un albergo "diffuso" realizzato nelle abitazioni del
paese, un modo diverso per far conoscere i borghi antichi e di
valorizzare le piccole abitazioni spesso abbandonate. Ai
residenti di Pietrapertosa e' venuta anche un'altra idea per
valorizzare lo stupendo paesaggio montagnoso. Da qualche anno
infatti e' stato impiantato il cosiddetto "Volo dell'Angelo", un
attrazione per i turisti facendo provare loro l'esperienza di un
"volo" da una cima all'altra dei monti legati a cavi d'acciaio
con un'imbracatura.
Oppure a San Martino D'Agri, paesino di poco piu' di 800 persone
situato nella valle del petrolio lucano. Petrolio che finora ai
cittadini non sembra aver portato quella ricchezza che speravano,
ma dove il territorio puo' offrire delle opportunita'. La
vicinanza del parco nazionale Appennino Lucano al paese infatti
ha permesso ad alcuni giovani, tra cui un paio di laureati, di
tornare e mettere in piedi un'associazione per promuovere le
ricchezze del proprio territorio attirando scuole e universita'.
A San Severino Lucano, sul Pollino, il turismo non e' una
novita', ma negli anni si e' passati dai 5mila della fine del
1800 ai circa 1300 residenti reali degli ultimi anni sparsi in un
paese che ha una buona meta' di case chiuse, spesso
ristrutturate, ma chiuse e tenute buone solo per le ferie
d'agosto. In tutti questi casi l'involuzione sembra essere
inarrestabile tanto da spingere don Camillo Perrone, 80 anni,
parroco di San Severino per 50 anni e ora in pensione, ad
invocare a gran voce l'arrivo degli stranieri per aumentare le
nascite e lo fa anche su internet con un suo account su Facebook.
Visti da lontano o in cartolina questi paesi sembrano dipinti sul
panorama, immobili nel tempo. Quando invece per loro il tempo e'
diventato un conto alla rovescia che nessuno sa fermare.
(Wel/ Dire)