(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 lug. - 1583 persone prese in
carico tra richiedenti e titolari di protezione internazionale,
di cui 664 assistiti nei Cara e nei centri Sprar tramite servizi
per la riabilitazione di vittime di tortura e per il supporto
alle donne sia da sole che in famiglia. Altre 919 persone, di cui
817 adulti e 102 minori, hanno beneficiato di interventi
personalizzati per l'inserimento socio-economico. Tra le
organizzazioni e gli enti interessati ci sono il Cir,
l'associazione On the road, il comune di Padova e l'Associazione
accoglienza Toscana. Cosi' e' stata spesa una parte dei
3.458.685,18 euro del Fondo europeo per i Rifugiati stanziati per
il 2008, con i progetti chiusi a giugno 2010. Il resto dei soldi
e' andato a 16 corsi di formazione, con 718 destinatari formati
che sono operatori del settore e alla realizzazione di uno studio
sulla applicazione dei decreti di recepimento delle Direttive
europee sull'accoglienza, sulle qualifiche e sulle procedure. In
tutto sono stati coinvolti 42 enti.
L'obiettivo individuato dal nostro paese con il Fer e' pervenire
a un'unificazione nazionale dei sistemi di accoglienza. "Favorire
maggiore autonomia possibile ai rifugiati e ai richiedenti asilo"
afferma Nadia Minati, direttore centrale dei Servizi Civili per
l'immigrazione e l'asilo del Ministero dell'Interno, che e'
l'autorita' responsabile del Fondo Europeo per i Rifugiati e del
Fondo Europeo per i Rimpatri. L'autorita' delegata per il Fer e'
invece il Servizio centrale del sistema di protezione per
rifugiati e richiedenti asilo (Sprar), che fa capo all'Anci.
"Il Fer e' stato uno dei filoni di finanziamento principale che
ha permesso dieci anni fa di attivare lo Sprar - commenta Luca
Pacini, responsabile Immigrazione Anci - questa scelta permette
di dare organicita' agli interventi sull'asilo. La gestione del
Fer e' complicata anche dal punto di vista amministrativo e
contabile.Costruire qualcosa e' molto faticoso, demolire e' molto
piu' semplice. Con l'emergenza sbarchi, bisogna sostenere queste
linee per arrivare a un sistema di asilo compiuto in Italia. C'e'
stato un percorso di crescita sul territorio anche con le
associazioni del terzo settore, la costruzione di una strategia.
Bisogna evitare che la gestione dell'emergenza sbarchi mortifichi
quel che di strutturato c'e' in atto, ancora di piu' adesso
bisogna tenere conto delle esperienze stabili".
I risultati delle azioni messe in campo ci sono per i fondi 2008,
che hanno finanziato 14 progetti su 68 richieste. Per le altre
annualita' e' presto per avere bilanci. Nel 2009 sono stati
finanziati 33 progetti, di cui il piu' cospicuo da un punto di
vista economico e' il "Nautilus" che vede come capofila il
consorzio Connecting People e che e' stato rifinanziato anche per
il 2010 (chiusura del progetto a giugno 2012), sempre con oltre
un milione e mezzo di euro. Per i fondi 2011, il ministero
dell'Interno e' ancora in attesa dell'approvazione da parte della
Commissione europea.
Una novita' dei fondi 2010, i cui progetti stanno partendo ora,
e' un intervento di accoglienza, supporto e orientamento rivolto
ai rifugiati che vengono trasferiti in Italia in applicazione del
Regolamento di Dublino. Ad esempio nel caso dei somali che dopo
aver chiesto asilo in Italia, fuggono in Olanda, Svezia e
Danimarca e dal nord Europa vengono rimandati indietro dopo sei
mesi, un anno. Con 758 mila euro si finanziano azioni di prima
accoglienza agli aeroporti di Malpensa e di Fiumicino.
(Wel/ Dire)