IN ETA' SCOLARE SONO TRA IL 4 E 5% DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 lug. - "I dislessici in eta'
scolare, dai 6 ai 18 anni, in Italia sono circa 350 mila, cioe'
tra il 4 e 5 % della popolazione scolastica, il disturbo pero' si
attenua nella popolazione generale dove si stima un'incidenza del
2,5%. Gli italiani dislessici sono circa un milione e 500 mila".
Ad affermarlo e' Giacomo Stella, docente Psicologia Clinica
presso la Facolta' di scienze della Formazione dell'Universita'
di Modena e Reggio Emilia intervenuto questa mattina alla
conferenza stampa di presentazione della firma del protocollo che
rende attiva la legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la
disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi
specifici di apprendimento. Per Stella, il problema e'
maggiormente sentito proprio durante il periodo scolastico.
All'uscita da scuola, infatti, il disturbo lo si 'avverte' meno
in quanto non c'e' la stessa necessita' di studiare e quindi di
leggere. Tuttavia, ha aggiunto Stella, sono circa un terzo quelli
che in qualche modo superano queste difficolta' in eta' adulta.
Le difficolta' maggiori si incontrano proprio lungo tutto il
periodo della formazione e spesso il disturbo viene confuso con
il poco impegno dell'alunno. "Nella stragrande maggioranza dei
casi persiste per tutto il corso della scolarizzazione e rende il
percorso formativo molto problematico - ha spiegato Stella -.
Negli anni passati molti bambini abbandonavano il percorso.
Adesso si arriva alla scuola media superiore e abbiamo anche i
primi dislessici che frequentano l'universita'. I dislessici, dal
punto di vista intellettivo sono normodotati, anzi spesso hanno
una intelligenza di livello superiore, semplicemente hanno un
ostacolo molto forte per l'apprendimento della lettura e per
leggere fluentemente".
Un ''piccolo grande problema'' che oggi si puo' affrontare in
vari modi, ha aggiunto Stella. "Si puo' intervenire con la
riabilitazione logopedica nei primi anni della scolarizzazione,
ma dopo gli otto o nove anni la riabilitazione non serve piu' e
il dislessico si trascina la sua piccola disabilita' per tutta la
vita con la differenza che non e' visibile fino a quando non gli
viene chiesto di leggere. Dopo la riabilitazione c'e' la
possibilita' di utilizzare strumenti compensativi, cioe' di usare
computer che leggono al posto del dislessico. L'informatica,
infatti, permette al dislessico di arrangiarsi e fare senza la
mamma che leggeva al posto suo".
Particolare attenzione merita il ruolo dell'insegnante nel
riconoscere i disturbi e rispondere in maniera adeguata alle
necessita' di questi alunni. "Gli insegnanti sul piano dei
contenuti non devono cambiare nulla - ha concluso Stella -, ma
sul piano dell'attenzione devono avere parecchie avvertenze. Per
esempio, scrivere alla lavagna e cancellare subito dopo e' una
cosa che crea ai dislessici non pochi problemi e capita che a
volte il bambino venga ritenuto pigro quando invece non riesce a
fare quello che gli altri fanno con grande velocita'". Ma le
accortezze, ha aggiunto Stella, devono riguardare tutto il
percorso scolastico, dalle lezioni alle verifiche. Grazie alla
nuova legge, infatti, per gli alunni e gli studenti con Dsa
verranno privilegiate le verifiche orali al posto delle scritte e
anche le lezioni sara' possibile seguirle in versione orale
grazie agli strumenti compensativi previsti dalla nuova norma.
(WEl/ Dire)