(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 22 lug. - Un'Italia "spaccata in due" tra affido e ricorso a strutture residenziali. Lo rileva l'ultimo monitoraggio (al 31 dicembre 2008) promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in collaborazione con le regioni e le province autonome e realizzato dal Centro nazionale di documentazione per l'infanzia. Sono poco piu' di 30 mila i minori che vivono fuori dalla famiglia d'origine: 15.200 gli affidamenti (+ 49% rispetto al 1999), 15.500 i minori nei servizi residenziali (erano 14.945 nel 1999), la maggioranza stranieri non accompagnati. Mentre a livello nazionale le cifre fotografano un quadro equilibrato (per ogni bambino in affidamento ve ne e' uno accolto nei servizi residenziali), le situazioni regionali "evidenziano scostamenti importanti da un capo all'altro della penisola". Nei dieci anni considerati (1999-2008), in sedici regioni su ventuno crescono i minori fuori della famiglia.Le punte regionali massimein Abruzzo (+216%) e nelle Marche (+77%).E se il valore medio nazionale e' di 3 minori fuori famiglia ogni mille residenti, la forbice regionale va dai 5,2 per 1000 della Liguria agli 1,7 del Molise. Al centro e al nord viene privilegiato l'affidamento familiare, seguendo l'indicazione della legge 149 (quella che ha sancito la chiusura definitiva dei cosiddetti istituti): spiccano su questo terreno Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Liguria, Emilia Romagna, Toscana. Al sud invece prevale l'accoglienza nei servizi residenziali (unica eccezione la Sardegna), sebbene si cominci a registrare una diversa sensibilita' di molte regioni del mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia tra tutte), impegnate verso una "progressivo maggior investimento nell'affidamento familiare". Il 97% dei minori resta nella regione d'origine.
Il numero dei bambini stranieri tra il 1999 e il 2008 e' cresciuto in modo significativo, passando dal 5,6% del totale al 16,4%. La concentrazione e' maggiore in Toscana (35%), Emilia Romagna (30%), Veneto (28%), Umbria (23%) , meno presenze in Campania (6,6%) e Sicilia (3,7%). Il forte gap territoriale, sottolinea il rapporto, e' legato allapresenza di minori stranieri, ma anche alla diversa tipologia di accoglienza fornita. Al centro e al nord, ad esempio, dove e' piu' alta la concentrazione di minori stranieri, i servizi territoriali stanno sperimentando risposte di accoglienza in famigliaanche per loro.
(Wel/ Dire)