STAGE CON RIMBORSO SPESE E ESPERIENZE POSITIVE NEI CENTRI FICT
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 lug. - Con il progetto
"Cives- Liberta' e Responsabilita'" e' stato costruito un
percorso post servizio civile in grado di offrire un training di
alta formazione come operatori sociali con momenti teorici e
pratici, a 60 ex volontari per promuovere la cittadinanza attiva.
I giovani avevano fatto il servizio civile in 9 centri della
Federazione italiana delle comunita' terapeutiche, da Vicenza a
Messina.
L'obiettivo era di non disperdere quanto avevano appreso con il
volontariato e di reinventarsi un futuro nel sociale dopo il
corso. Progetti di studio e poi action learning. "Si e' svolto in
tre fasi - spiega il coordinatore Vincenzo Castelli - la prima
parte in aula all'Istituto Progetto Uomo collegato
all'Universita' Salesiana, poi lo stage e infine l'elaborazione
di un project work". Al termine, e' stata selezionata una meta'
dei partecipanti che sta facendo 3 mesi di progettazione con
rimborso spese presso i centri Fict. "C'e' stato grande interesse
e partecipazione, tanto che e' stato difficile operare una
selezione tra i ragazzi - commenta Castelli - si e' creato un
network molto forte tra di loro e il corso vale come crediti
formativi all'Universita'". Come prodotto di Cives e' stato anche
pubblicato con la casa editrice Franco Angeli un volume dal
titolo "Inventarsi il futuro". "Non e' vero che i giovani sono il
futuro, sono il presente e con questo progetto investiamo nei
giovani protagonisti e primi della fila nel cambiamento - afferma
il presidente Fict don Mimmo Battaglia - Tutti i giorni sembra di
lavorare nel deserto di chi arranca, di chi fa fatica. Il
carcere, la droga, la violenza sono il deserto. Dobbiamo sempre
attraversare insieme il deserto, fare emergere il cambiamento con
gli adulti che ascoltano e incoraggiano i giovani". L'iniziativa
ha il finanziamento del ministero delle Politiche Giovanili. Il
ministro Meloni ha un inviato un messaggio per l'occasione: "i
volontari sono le migliori risorse della societa' italiana, sono
innanzitutto i giovani a promuovere il significato piu' intenso
della solidarieta'" .
Tra i progetti elaborati anche uno sulle nuove dipendenze: la
social network e Facebook mania. L'idea parte da alcune patologie
psicologiche che si stanno diffondendo come l'I.A.D. (Internet
addiction disorder), l'utilizzo patologico della rete
(Pathological Internet Use o P.I.U.), la dipendenza dal
telefonino, lo shopping compulsivo, la teledipendenza o quella da
videogiochi. L'Internet addiction disorder porta la persona che
ne soffre a isolarsi completamente. L'abuso della rete puo'
portare a un sovvraccarico cognitivo che satura il cervello,
riducendo l'attenzione razionale e arrivando all'isolamento
sociale. "Facebook e gli altri networks sociali funzionano
mascherando ansie, preocuppazioni, sbalzi d'umore e il proprio
senso di disistima e solitudine" si legge nel progetto che
propone interventi mirati per evitare che l'individuo possa
essere completamente assorbito dalla vita virtuale e "smarrito
nella rete telematica". L'autrice di questa proposta si chiama
Maria Grazia Giordano e vive a Reggio Calabria, dove vorrebbe
restare a lavorare come operatrice sociale. "L'esperienza con
Cives e' stata bellissima - dice - sia dal punto di vista
formativo con professionisti davvero validi e perche' ho
conosciuto meglio il mio territorio attraverso l'esperienza
pratica con il reinserimento lavorativo di un gruppo di ex
detenuti, sia dal punto di vista umano perche' ho conosciuto
ragazzi che altrimenti non avrei mai incontrato nella mia vita".
(WEl/ Dire)