(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 lug. - I Tagli del governo
mettono a rischio anche il servizio civile. Esprime la sua
preoccupazione, Vincenzo Castelli, coordinatore del progetto
Cives della Fict. "Il servizio civile sta scemando negli ultimi
tempi per quanto riguarda i fondi, abbiamo l' angoscia che si
possa azzerare nel tempo". La Federazione italiana delle
comunita' terapeutiche aderisce al Servizio civile nazionale
(Scn) dal 2002, tra i primi in Italia. Fin dall'inizio e' stata
vista come una possibilita' per i centri di avvicinare il mondo
giovanile. Le comunita' della Federazione faticano ad attrarre
volontari in virtu' del pregiudizio che accompagna il
tossicodipendente e il malato di Aids del tipo "se l'e' cercata,
ora si arrangia". Di conseguenza la spinta emotiva di chi intende
fare volontariato si rivolge a quelle aree di bisogno in cui la
malattia e' vista, al contrario, come improvvisa e immotivata.
Quindi anche per questo motivo il volontariato all'interno delle
Fict e' sempre piu' residuale, ma prezioso per la riabilitazione
degli utenti, attraverso il confronto con l'esterno, con chi
conduce una vita 'normale'. I centri della Fict sono una
cinquantina su tutto il territorio nazionale. Nell'ambito del
progetto Pogas "Cives - Liberta' e Responsabilita'" e' stata
realizzata una ricerca sperimentale con la somministrazione di un
questionario a 46 volontari che hanno svolto il servizio civile
presso i centri Fict, di cui oltre la meta' lo ha concluso da
piu' di tre anni.
L'eta' piu' frequente del campione e' di 29 anni. L'81% dei
volontari e' donna, un dato molto piu' alto rispetto alla media
nazionale del 67, 44%. La provenienza e' 43% del nord, 19% del
centro Italia e 38% del sud. Il titolo di studio e' ripartito in
parti uguali fra diplomati (52%) e laureati (48%). Per quanto
riguarda la condizione socio professionale, i non occupati sono
l'11%, gli studenti il 54% e gli occupati il 34%. La motivazione
allo svolgimento del servizio civile piu' sentita dai ragazzi
risulta essere l'arricchimento dal punto di vista umano, seguita
dalla possibilita' di essere utili agli altri e di entrare in
contatto con problematiche sociali. La scelta dell'Ente mostra
come alla base della valutazione dei volontari ci sia il tipo di
servizio proposto (20%) e la sua utilita' per la comunita' (32%),
mentre e' secondaria la vicinanza al luogo di residenza e studio
(18%).
Il rimborso spese ha un'importanza decisiva nella scelta del
servizio civile. Al quesito "Avresti fatto domanda di servizio
civile se non fosse stato previsto un compenso economico?" Il 54%
dei volontari ha risposto negativamente. "Questo dato riflette il
doppio binario in cui si iscrive tale strumento: non si puo'
prescindere da un contributo finanziario che permetta ai giovani
di emanciparsi, seppur in maniera minima, e trovare un
riconoscimento nello sforzo fatto ma il solo rimborso non
costituisce la motivazione del servizio", si legge nella ricerca
pubblicata all'interno del volume "Inventarsi il futuro", edito
da Franco Angeli. Il servizio civile ha svolto un'altra
importante funzione per i volontari: quella di avvicinare al
mondo del disagio e smantellare i pregiudizi. Emerge anche una
maggiore attenzione dei volontari rispetto al territorio in cui
vivono e alle sue problematiche: dall'inquinamento alla poverta',
dalla criminalita' al disagio psichico. Questa maggiore
consapevolezza si traduce in comportamenti positivi tesi a
promuovere la cultura della solidarieta'. Il bilancio positivo
del servizio civile si riflette anche dal dato del 78% che
consiglierebbe ad altri di fare l'esperienza con assoluta
convinzione, solo il 2% non lo consiglierebbe affatto.
(Wel/ Dire)