"RICICLATA L'ORMAI INUTILE GUANFACINA"; IL CASO AL PARLAMENTO UE
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 lug. - Risposta a tempo di
record quella del ministro per la Salute, Ferruccio Fazio, che
nel question time alla Camera ha confermato l'esistenza, allo
'Stella Maris' di Pisa, di una sperimentazione, in corso su
bambini, con la somministrazione di una molecola psicoattiva per
migliorarne le capacita' d'attenzione. Il ministro ha risposto a
una interrogazione di Paola Binetti (Udc).
"Si tratta di un vecchia molecola anti-ipertensiva che si sta
cercando di riciclare come psicofarmaco pediatrico, cosa assai
discutibile, dal momento che neppure se ne conoscono i meccanismi
d'azione sul cervello dei bimbi", commenta Emilia Costa,
psichiatra e gia' prima cattedra di psichiatria alla Sapienza di
Roma e primario di psicofarmacologia all'Umberto I.
"La nostra denuncia- afferma Luca Poma, giornalista e
portavoce di 'Giu' le Mani dai Bambini', il piu' rappresentativo
Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica
(www.giulemanidaibambini.org)- era circostanziata e corretta:
c'e' una strategia in corso per medicalizzare i comportamenti di
sempre piu' ampie fasce di bambini italiani. La 'Guanfacina di
Shire' e' una molecola apolide, che non rendeva piu': cosa c'e'
di meglio che inventare da zero una nuova applicazione
terapeutica per guadagnare altri soldi a spese della salute dei
piu' piccoli? Neanche si conoscono le modalita' di azione di
questo psicofarmaco e gia' lo si vuole autorizzare per l'uso sui
nostri bambini".
Paola Binetti prende atto della risposta del ministro Fazio,
commentando: "I fondi che il ministro ha promesso nella sua
riposta per incrementare la vigilanza anti-abuso e iscrivere sul
registro di controllo anche le somministrazioni di
anti-depressivi ai bimbi, che vengono somministrati in misura 15
volte maggiore degli psicofarmaci per l'iperattivita', sono
un'ottima cosa, peccato che in questa Finanziaria non ve ne sia
traccia, speriamo non sia l'ennesima azione di propaganda. E per
la 'pubblicita'' fatta dalla casa farmaceutica, della quale il
ministro chiede notizie, vorrei segnalare che nel XXI secolo le
campagne di marketing non si muovono solo sulle gambe
dell'advertising diretto ai pazienti, bensi' sulla base di
articolate campagne di relazioni pubbliche, proprio come quella a
cui stiamo assistendo: si crea artificialmente il bisogno di un
farmaco mediante congressi scientifici che chiedono piu' diagnosi
di iperattivita', e articoli sui giornali firmati da specialisti
che indicano la strada, poi compare la soluzione, guarda caso uno
psicofarmaco.
Ma la scienza - lo dico da neuropsichiatria infantile, prima che
da Parlamentare - ha molto da dire prima di dover somministrare
uno psicofarmaco a un bambino di 6 anni".
Nel frattempo, il dossier e' arrivato nell'aula del Parlamento
europeo, dove Cristiana Muscardini ha presentato
un'interrogazione alla Commissione Ue. La parlamentare dichiara
che "la Guanfacina e' un vecchio brevetto da tempo in cerca di
una malattia a cui essere associato. In genere succede il
contrario, di fronte ad una malattia si fa della ricerca per
trovare antidoti e terapie. Che un'agenzia di relazioni pubbliche
si presti a simili tentativi e' un problema di etica
professionale che non vogliamo affrontare, ma che una casa
farmaceutica operi cercando ipotetici clienti per una molecola
esistente e non piu' usata per il primitivo scopo, ci sembra
un'operazione assai disinvolta, che rovescia la scala di valori
alla quale ci si dovrebbe attenere quando si tratta di salute:
prima i bambini e poi il business".
Luca Poma (Giu' le mani dai bambini) ringrazia i parlamentari per
l'attenzione dimostrata in quest'importante azione di denuncia e
vigilanza, e torna anche sulla polemica salita agli onori delle
cronache la scorsa settimana sulle campagne di pubbliche
relazioni in corso per agevolare Shire nell'introduzione di
questo psicofarmaco nel nostro Paese. "Come ha ben ricordato Toni
Muzi Falconi- sottolinea Poma-, la vicenda ha destato non poche
perplessita' per com'e' stata gestita. Non abbiamo emesso una
condanna senza appello per Ketchum, l'agenzia di relazioni
pubbliche di Shire, ma di una cosa siamo certi: mentre a Milano
negavano di avere rapporti con divisioni farmaceutiche
produttrici di psicofarmaci, a Roma organizzavano conferenze
stampa in cui si auspicava l'aumento del numero di bambini
iperattivi in terapia farmacologica. Possiamo pensare ad una
sfortunata serie di 'combinazioni'- chiude il coordinatore di
Giu' le mani dai bambini-, ma allora facciamo appello ad Andrea
Cornelli, il loro amministratore delegato, un professionista di
indubbia caratura: che si dissoci dalle aziende farmaceutiche
quando fanno business miliardari a spese della salute dei
bambini".
(Wel/ Dire)