(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 lug. - "Il Corno d'Africa e'
vittima della piu' grave siccita' degli ultimi 60 anni. La
conseguenza sara' una grave crisi alimentare che colpira'
quest'area e avra' ripercussioni per lungo tempo". Secondo le
parole di Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid
Italia, e' drammatica la situazione del Corno d'Africa, nelle cui
aree piu' aride vivono oltre dieci milioni di persone,
distribuite tra Etiopia, Gibuti, Somalia, Kenya e Uganda. Con 250
mila bambini, secondo l'Agenzia delle Nazioni unite per il
Coordinamento degli Affari umanitari, malnutriti e a rischio
sopravvivenza.
I cambiamenti climatici sono uno dei fattori fondamentali che
hanno innescato questa crisi. In molte aree dell'Africa, la
siccita' e' un fenomeno ciclico che, cosi' severo, capitava ogni
10 anni. Ora, invece, siccita' cosi' drammatiche si ripetono ogni
2 o 3 anni. Negli ultimi anni, i paesi del Corno d'Africa hanno
sperimentato diverse stagioni consecutive di scarse piogge.
Questo contesto climatico e ambientale ha causato raccolti scarsi
e morte di capi di bestiame sia per disidratazione che per
mancanza di pascoli.
"I prezzi del cibo e dell'acqua sono cresciuti sensibilmente e
le famiglie non possono permettersi di comprare neanche i
prodotti alimentari essenziali", spiega Philip Kilonzo di
ActionAid Kenya. "Un segno di quanto sia grave la situazione e'
che molte famiglie hanno cominciato a mangiare le sementi
conservate per la semina, il che significa non aver niente da
piantare e di conseguenza niente da raccogliere nelle stagioni
successive. E cosi' sta succedendo per gli animali da cortile e i
capi di bestiame che vengono venduti per potersi sfamare. Un
circolo vizioso che lascera' conseguenze anche quando tornera' -
si spera - la stagione delle piogge".
Intere comunita' stanno abbandonando le proprie terre in cerca
di condizioni migliori e stanno migrando nei paesi piu' vicini,
ma spesso acausa della malnutrizione, le persone piu' vulnerabili
- bambini, donne e anziani - non sopravvivono al lungo viaggio
della speranza.In alcune casi, come in Somalia, la siccita' si
unisce all'endemico problema dei conflitti civili. Questo fa si'
che decine di migliaia di persone cerchino aiuto presso i campi
dei rifugiati. A Dadaab, nel Kenya settentrionale, il piu' grande
campo rifugiati del mondo, che potrebbe contenere fino a 90.000
persone attualmente ne ospita 380.000.
"E' importante agire adesso, portando cibo per alleviare la
sofferenza delle popolazioni", conclude De Ponte. "La prossima
stagione delle piogge e' prevista per ottobre quindi fino ad
allora bisognera' aiutare le persone a sopravvivere. Nel medio e
lungo termine e' fondamentale ridurre la vulnerabilita' di queste
popolazioni rispetto agli effetti delle stagioni aride e dei
cambiamenti climatici, diversificando le loro attivita' in modo
che non siano completamente dipendenti dai raccolti e dagli
animali, costruendo e mantenendo fonti sostenibili di
approvvigionamento di acqua".
ActionAid sta cercando di alleviare le difficolta' delle
popolazioni garantendo alle comunita' cibo e acqua. In
particolare, ActionAid Kenya sta garantendo rifornimenti d'acqua
a circa 50mila persone a East Pokot, Isiolo and Garissa district
(tre delle zone piu' colpite del Kenya) e cibo per 10mila bambini
distribuiti in circa 45 scuole. Ad oggi sono oltre 194.000 le
persone che hanno ricevuto assistenza attraverso la fornitura di
generi alimentari di prima necessita' e che sono state aiutate
nelle loro attivita' produttive.Ma ancora troppe persone
attendono di essere aiutate a superare questa grave
situazione.Per questi motivi, ActionAid lancia un appello a tutti
i cittadini a sostenere il proprio intervento con una donazione
al Fondo Emergenze, attraverso il quale ActionAid fara' fronte a
questa e alle future emergenze umanitarie.
(Pic/ Dire)