(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 lug. - "Si accorcia di anni,
anche di decenni, l'attesa di vita per i giovani e i giovanissimi
alla ricerca dello sballo da alcool, fenomeno che si dilata in
maniera esponenziale soprattutto nei fine settimana e nei periodi
di vacanza grazie alle maggiori occasioni di socializzazione e al
controllo dei genitori che si allenta". La conferma arriva da uno
studio condotto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' e
pubblicato sulla rivista scientifica Alcohol and Alcoholism, che
ha preso in esame l'associazione e l'amplificazione dei danni al
fegato generati da alcool e obesita' insieme. Due concause che
non si sommano, ma si moltiplicano esponenzialmente.
E la sbornia di ultima generazione ha anche un nome: si chiama
binge drinking e consiste nel bere una grande quantita' di alcol
molto velocemente per ubriacarsi il prima possibile. Un eccesso
gia' di per se' dannoso che, se ripetuto costantemente nel tempo
- soprattutto in presenza di problemi come l'obesita' o di altri
aspetti caratteristici della sindrome metabolica che vedono al
centro della problematica il fegato grasso -, diventa una vera e
propria bomba ad orologeria in grado di accorciare sensibilmente
le aspettative di vita.
Secondo le ultime statistiche (Iss), in Italia a darsi alla
bottiglia sin dalla tenera eta' e' il 42% dei ragazzi e il 21%
delle ragazze minorenni. L'alcool seduce anche i bambini: 18 su
100, decisamente al di sotto dei 16 anni, hanno adottato almeno
un comportamento a rischio alcool-correlato.
E se i numeri sull'abuso di alcolici tra giovanissimi
spaventano, non meno impressionanti quelli legati all'obesita' e
al sovrappeso, problemi che interessano ben 1 bambino su 3. E
quando obesita' e alcool si incontrano ne esce un mix pericoloso
quanto quello creato dal suo opposto: il digiuno prolungato per
incrementare l'effetto "sballo" da consumo di alcool, fenomeno
(detto drunkoressia) particolarmente diffuso tra le ragazzine.
"Quello che stiamo osservando nei nostri ragazzi e' il
costante aumento della presenza di problemi al fegato cronici e
progressivi (infiammazione, steatosi, fibrosi) che compromettono
la struttura dell'organo stesso fino alla perdita totale della
sua funzione - sottolinea Valerio Nobili, Responsabile Epatopatie
metaboliche e autoimmuni dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu'
-. Nel nostro Paese si stima circa un milione di bambini con
fegato grasso, ai quali vanno aggiunti quelli con sindrome
metabolica e quindi a rischio di infarcire il fegato di grasso,
nonche' i ragazzi-bevitori, esposti allo stesso identico rischio.
La risultante di questo processo sara' un impennarsi della spesa
sanitaria per le cure richieste da questa patologia e un numero
sempre piu' grande di adolescenti col fegato compromesso che
saranno adulti malati e quindi ancor piu' bisognosi di cure
mediche. È obbligo istituzionale e dovere morale di noi pediatri
intervenire per arginare la pandemia 'alcool e fegato grasso'".
Nei giorni 8 e 9 luglio 2011 si terra' a Roma presso il
Palazzo delle Esposizioni il primo convegno nazionale organizzato
dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' sulla "Sindrome Metabolica
in pediatria": esperti internazionali faranno il punto sullo
stato dell'arte e metteranno in campo tutte le attuali conoscenze
al fine di diramare linee guida nazionali per combattere questo
dilagante fenomeno adolescenziale.
(Wel/ Dire)