EMILIA, SCUOLA E LAVORO COMPLEMENTARI CON 55 MLN L'ANNO
NUOVA LEGGE REGIONALE COL SOLO NO UDC. ASTENUTI PDL-LN, SI' M5S
(DIRE - Notiziario Minori) Bologna, 1 lug. - Formazione
scolastica e professionale in Emilia-Romagna non sono piu'
separate, ma equivalenti e complementari, con la possibilita' di
passare da un percorso all'altro, e di tornare a formarsi anche
dopo aver lavorato. In piu' c'e' un legame tra formazione e
impresa per sfidare la coda della crisi e la disoccupazione. Ma
si ripropone anche la lotta alla dispersione scolastica, con un
percorso di istruzione "che e' necessario, perche' i giovani di
oggi hanno un forte bisogno di saper parlare, di avere una
formazione di base, per evitare di rimanere 'segregati'", spiega
l'assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi. Tutto questo
con un investimento di 55 milioni di euro all'anno, di cui cinque
per i docenti, "cosa che a livello nazionale non viene fatta da
anni".
L'Assemblea legislativa approva la nuova legge sul sistema di
istruzione e formazione professionale, che ritocca la legge
'Bastico' e che stamane in aula ha visto il solo voto contrario
dell'Udc, l'astensione di Lega Nord e Pdl e l'ok di Pd,
Sel-verdi, Federazione della sinistra, Idv e anche del Movimento
5 stelle. Dal prossimo anno scolastico gli studenti che hanno
concluso le scuole medie, oltre che ai licei e agli Istituti
tecnici, potranno iscriversi a un percorso di tre anni di
istruzione e formazione professionale, dopo un primo anno uguale
a quello degli istituti professionali 'puri'. Saranno gli
istituti professionali e gli enti di formazione a gestire il
triennio, con il compito di rispondere alle necessita' che i
giovani potranno presentare gia' dal primo anno.
Dopo i tre anni di percorso, i ragazzi potranno scegliere se
passare all'apprendistato in diritto-dovere, fare un quarto anno
di diploma (che e' allo studio di viale Aldo Moro) o tornare
nell'istituto professionale per frequentare il quarto e il quinto
anno. In questo modo, spiega l'assessore, si da' la possibilita'
di entrare nel mondo del lavoro, dopo il triennio, oppure di
seguire altre strade per una formazione piu' approfondita, grazie
alla creazione di un 'ponte' tra la qualifica e l'istituto
professionale. Dopo questa 'tranche' di formazione, i giovani
possono andare ancora avanti, attraverso la rete politecnica da
poco varata dalla Regione.
Anche qui ci sono percorsi diversi a cui accedere:
l'istruzione tecnica superiore di due anni, l'istruzione e la
formazione tecnica superiore di un anno oppure la formazione
superiore di 300 ore, che vale anche per gli adulti. Accanto a
questo "ramo" dell'albero della formazione e dell'istruzione,
resta anche la formazione piu' "tradizionale", quella dei licei e
degli istituti tecnici, che poi sfociano nell'universita', che a
sua volta puo' essere seguita dall'alta formazione, gli assegni
formativi, le borse di dottorato e quelle di ricerca. Tutto il
sistema, a sua volta, dialoga continuamente con i centri per
l'impiego e il mercato del lavoro.
A spiegare l'impianto della legge in aula e' stato e' stato il
consigliere del Pd, Giuseppe Pagani, che ha sottolineato sia "la
strategia antidispersione della legge", sia la "pari dignita' che
crea tra i diversi rami di formazione", che "la sfida educativa
che pone al centro la persona, prendendola in carico durante
tutto il percorso che e' flessibile e personalizzabile".
(Wel/ Dire)
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