(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 giu. - Percorsi di
apprendimento della lingua italiana per i genitori, in orari e
giornate compatibili con il lavoro, che possano contemplare la
partecipazione dei figli. E' questa la ricetta per l'integrazione
contenuta nell'indagine della Commissione cultura, scienza e
istruzione della Camera dei deputati presentata oggi presso la
Sala del Mappamondo (vedi lanci precedenti).
La proposta nasce dalla costatazione che esiste il problema del
rendimento e del successo scolastico degli alunni stranieri,
legato soprattutto all'apprendimento della lingua del Paese di
accoglienza, come conditio sine qua non per una reale
integrazione. Ma se l'acquisizione della lingua per comunicare
richiede tempi relativamente veloci e puo' contare sulla
situazione di full immersion, nell'attivita' scolastica
quotidiana l'italiano dello studio rappresenta una barriera piu'
difficile da sormontare. Inoltre, per quanto riguarda l'Italia,
non diversamente dall'Europa, i bambini e i ragazzi di recente
immigrazione presentano risultati scolastici che si discostano da
quelli dei bambini italiani, presentando un ritardo in ingresso,
per cui vengono inseriti non nella classe corrispondente alla
giusta eta' anagrafica ma in classi composte da bambini o ragazzi
di eta' inferiore di due o tre anni, anche se la legge raccomanda
di tener conto del criterio dell'eta'.
Tale pratica, largamente diffusa, si configura come un tratto
unificante ed e' praticata in tutto il territorio e per tutte le
diverse etnie. Ma operare in questo modo significa far partire
gli studenti stranieri da una condizione di penalizzazione. Come
e' stato ricordato nel corso delle audizioni, il problema e'
stato affrontato dal Piano nazionale per l'insegnamento
dell'Italiano Lingua Seconda, elaborato dall'Osservatorio per
l'integrazione degli alunni stranieri e finanziato, per un
importo di 6 milioni di euro, all'interno del Programma Nazionale
Scuole aperte per l'anno 2009.
Quest'azione e' destinata in particolare agli alunni di recente
immigrazione - ovvero entrati nel sistema scolastico italiano
nell'ultimo anno - delle scuole secondarie di primo e secondo
grado che rappresentano il 10% dei circa 630 mila alunni
stranieri con cittadinanza non italiana. I destinatari del Piano
L2 sono quindi gli alunni "neo arrivati" in Italia, inseriti a
scuola da meno di due anni. I laboratori di apprendimento
linguistico si svolgono normalmente in orario extracurriculare;
sono inoltre previsti moduli estivi - da meta' giugno a meta'
luglio - per i futuri alunni e moduli a settembre, prima
dell'inizio delle lezioni, per coloro che siano arrivati dopo il
mese di luglio, ma prima di tale data. L'apprendimento della
lingua rappresenta un problema drammatico ancora di piu' per gli
adulti che hanno maggiori difficolta' ad imparare, come hanno
sottolineato i rappresentanti delle associazioni di genitori
immigrati con figli inseriti nella realta' scolastica italiana.
Di qui la proposta di organizzare percorsi di apprendimento della
lingua italiana per i genitori che possa contemplare la
partecipazione dei figli. L'indagine ha permesso di verificare
infatti come il mancato coinvolgimento delle famiglie nel
processo di integrazione dei figli a scuola significa mettere a
rischio l'intero processo.
(Wel/ Dire)