RAFFREDDORE CRONICO, 13% DEI BAMBINI NASCE COL NARESMA
8 MILIONI DI MALATI "FANTASMA", UN TEST PER DIAGNOSTICARLO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 giu. - Il 13% dei bambini
nasce con il raffreddore cronico. Nemmeno il tempo di affacciarsi
al mondo, di scuoterlo con il primo vagito. Hanno il Naresma, e
non lo sapranno probabilmente mai. Perche' nessuno andra' a
cercarlo, lasciando il neonato, il bambino, l'adolescente, e poi
l'adulto ad infilarsi in una vita alla ricerca della verita'.
Trainati da un treno di false supposizioni in un percorso ormai
studiato e per certi versi obbligato: otorino, allergologo,
otorino piu' pagato, allergologo strapagato, e poi alla fine la
sala operatoria.
Ma questo disturbo, scritto nel codice genetico, ha un nome ed
una cura. Ed anche un numero sempre crescente di "cacciatori":
gli specialisti della citologia nasale, che grazie all'utilizzo
del microscopio, sono in grado di identificare precisamente di
che tipo di patologia il paziente soffra.
E chissa' quanti si riconosceranno nella descrizione del
raffreddore cronico: "E' un raffreddore perenne - spiega il
dottor Matteo Gelardi, responsabile dell'Unita' Operativa di
Rinologia del Policlinico di Bari e Presidente dell'Accademia
Italiana di Citologia Nasale - che si manifesta con sintomi
peculiari: una serie di starnuti appena alzati al mattino o ad
ogni minima variazione di temperatura, apnee notturne, un flusso
continuo di muco nasale di giorno. Ma soprattutto il Naresma non
e' accompagnato da mal di gol come nel raffreddore virale e non
si presenta con bruciore o prurito agli occhi tipici delle
allergie".
Ecco, chi si ritrova in questo quadro clinico, ha probabilmente
con se' un dossier di test e diagnosi che indicano una "rinite
aspecifica". Ovvero nessuno e' riuscito a capire la causa del
male.
"Il test citologico - continua il dott. Gelardi - consiste in un
piccolo prelievo indolore di mucosa nasale, con un tampone.
Dopodiche' al microscopio andiamo ad accertare l'eventuale
presenza di eosinofili e mastocellule, cellule che non dovrebbero
essere presenti nella mucosa nasale. Parliamo in generale delle
cosiddette riniti non infettive-non allergiche: ovvero la rinite
eosinofila (Nares), la rinite mastocitaria (NarMa), la rinite
neutrofila (NarNa) e quella che potremmo chiamare la "tempesta
perfetta", appunto la rinite non allergica
eosinofilo-mastocitaria (NaresMa)".
Lo sviluppo della citologia in questo ambito ha permesso di
andare oltre diagnosi che portano puntualmente il paziente a
spendere ingenti somme in inutili vaccini, ma soprattutto a
rendere cosciente l'ammalato del proprio disturbo: la
consapevolezza aiuta la cura. E una cura esiste: "Cortisonici
topici e antistaminici permettono non solo di migliorare le
condizioni di vita generali, ma soprattutto permettono di
arrestare il percorso della malattia verso il suo naturale
epilogo: una poliposi nasale o anche un'asma bronchiale. Sapere
per cosa ci si sta curando permette al paziente di curarsi al
meglio. E di ottenere dei risultati".
E di dare anche una risposta a tutti quelli che pur in presenza
di una allergia conclamata, e della normale somministrazione del
vaccino anti-allergico, non hanno riscontrato miglioramenti:
"Proprio perche' c'e' il problema delle sovrapposizioni - spiega
ancora il dott. Gelardi - un paziente puo' soffrire di allergie
ma anche di Naresma, e per questo deve curare entrambe le cose.
Invece oggi si conosce solo l'allergia e si cura solo quella,
danneggiando cosi' anche la credibilita' delle vaccinazioni.
Invece in questi sfortunati soggetti il vaccino va fatto
comunque, perche' questo interrompe la cosiddetta 'marcia
allergica' verso la polisensibilizzazione".
Un problema che riguarda sempre di piu' i bambini, sia perche'
accertare e quindi curare da subito il Naresma significa
alleviare fastidi e alleggerire il carico di farmaci, ma anche
perche' i bambini sono investiti (soprattutto quando vanno
all'asilo) da tante e tali infezioni, da diventare involontarie
vittime della mancata diagnosi di raffreddore cronico.
"Conosciamo molto bene i meccanismi responsabili della tossicita'
epiteliale durante l'infiammazione, e le conseguenti alterazioni
sui meccanismi di difesa, in particolare sull'integrita'
anatomico-funzionale della mucosa nasale. Ecco, i bambini
soggetti a Naresma hanno le difese 'aperte'. E quando i genitori
decidono di iscriverli in quelli che io chiamo 'istituti di
malattie infettive', gli asili, ecco che i piccoli diventano
prede facili per tutte le infezioni di cui gli altri bambini sono
portatori. Aggiungendo danno al danno".
Insomma, si parla del 13% della popolazione: non e' certo una
patologia di nicchia. Si conoscono le cause, si conoscono le
cure. E c'e' chi e' in grado di diagnosticarla. Basta saperlo.
(Wel/ Dire)
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