(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 giu. - In Italia non esiste
alcuna effettiva possibilita' di acquisire automaticamente la
cittadinanza da parte di bambini nati in Italia da genitori
stranieri o da parte di giovani o giovanissimi giunti in Italia
in tenera eta': il nostro paese infatti ha scelto il criterio
dello ius sanguinis, per cui l'acquisto della cittadinanza
italiana avviene per trasmissione dai genitori e nessun
riconoscimento puo' essere vantato in base al luogo di nascita o
al livello di integrazione sociale e scolastica. Oggi i minori
nati in Italia da genitori stranieri sono oltre mezzo milione:
quasi il 60% dei circa 900mila minori stranieri residenti nel
paese e il 7% dell'intera popolazione scolastica. A ricordarlo
sono le associazioni che promuovono la campagna "L'Italia sono
anch'io" per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per
le persone di origine straniera.
Questi bambini figli di immigrati non hanno alcuna
possibilita' di diventare automaticamente cittadini italiani, per
quanto la loro storia personale e sociale differisca in nulla da
quella dei loro coetanei: per loro e' evidente la divaricazione
tra lo status giuridico e l'identita' personale costruita con la
conoscenza della lingua e i legami sociali. In pratica, si tratta
di una generazione che rischia di restare straniera nel paese che
sente come proprio, in cui e' nata, si e' formata, e nel quale
intende restare per sempre. Attualmente l'unica possibilita' di
acquisto della cittadinanza per questa fascia della popolazione
immigrata e' quella che riconosce allo straniero nato in Italia,
solo al raggiungimento della maggiore eta' ed entro un anno da
questa data, la facolta' di chiedere la cittadinanza italiana, a
condizione che vi "abbia risieduto legalmente senza
interruzione". In condizioni ancora piu' difficili si trovano i
minori che arrivano in Italia piccoli o piccolissimi con i
genitori o per i ricongiungimenti famigliari: vivono e crescono
in Italia, frequentano le scuole italiane, ma per diventare
cittadini italiani dovranno seguire, a partire dai 18 anni, lo
stesso percorso burocratico degli immigrati stranieri adulti.
Il minore nato in Italia da genitori stranieri risulta
"straniero" all'anagrafe: questi bambini nascono, crescono e
vivono da italiani, ma sono titolari di un permesso di soggiorno
temporaneo che viene rinnovato dai familiari e che, pur
garantendogli tutti i diritti sociali (scuola, sanita', ecc),
tuttavia lo fa percepire sempre come temporaneo e "precario"
rispetto ai suoi coetanei italiani. Il permesso di soggiorno (da
rinnovare periodicamente con le conseguenti lungaggini
burocratiche e amministrative) consente la libera circolazione di
breve durata in Area Schengen, ma non permette di viaggiare
all'estero durante la fase di rilascio e rinnovo del permesso:
molti minori sono cosi' danneggiati in occasione di viaggi
scolastici o di visite a parenti in altri paesi europei. Ai nati
in Italia da genitori stranieri inoltri non e' permessa
l'iscrizione a sport agonistici in quanto cittadini non italiani.
I minori nati in Italia possono fare richiesta di cittadinanza
al compimento dei 18 anni, ma devono aver vissuto
ininterrottamente sul territorio italiano e devono poterlo
dimostrare (ad esempio attraverso certificati di vaccinazione,
frequenza scolastica, ecc). Il fatto di aver trascorso le vacanze
nel paese d'origine o la semplice dimenticanza di notificare un
cambio di residenza possono compromettere il rilascio della
cittadinanza. Di piu': il soggiorno del minore puo' essere
interrotto in qualunque momento per perdita del lavoro dei
genitori, diminuzione del reddito, o risoluzione di un contratto
di affitto in base alle leggi in vigore. Infatti, nonostante viga
il principio di inespellibilita' del minore, il bambino
accompagnato da genitori "irregolari" non ha alcuna garanzia di
poter continuare a soggiornare in Italia qualora i genitori si
trovino nella condizione di dover rientrare nel proprio paese.
(www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)