OCSE: I NORVEGESI RITENGONO DI ESSERE I PIU' BRAVI D'EUROPA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 giu. - I docenti italiani
sono i piu' soddisfatti della loro professione, ma sono i
norvegesi a ritenere di essere i piu' bravi. Non c'e' solo
l'Ocse-Pisa (il test che misura la preparazione dei quindicenni).
L'Ocse testa anche il grado di soddisfazione degli insegnanti. Ma
l'ultima indagine in tal senso e' rimasta nell'ombra. L'ha tirata
fuori la Uil Scuola constatando che persino il ministero, che ha
messo i suoi soldi nella ricerca, non ne ha dato notizia.
L'indagine internazionale Ocse-Talis sull'insegnamento e
l'apprendimento e' stata condotta in 23 paesi del mondo, Italia
inclusa.
ITALIANI I PIU' SODDISFATTI - Sono gli insegnanti italiani
quelli piu' soddisfatti del lavoro svolto in classe. Il 95% dei
prof di scuola media dichiara di essere appagato del proprio
lavoro anche in relazione al clima disciplinare in aula e al
rapporto con gli studenti. Nella classifica internazionale gli
italiani registrano 6 punti percentuali in piu' rispetto alla
media (89,6%) seguiti dai colleghi sloveni, belgi, messicani,
bulgari e austriaci. Ad essere i meno soddisfatti sono gli
australiani (82,4%) e poi gli ungheresi, i turchi, i brasiliani e
i portoghesi.
MA LA BUROCRAZIA SI MANGIA IL TEMPO - I nostri docenti lamentano
di dover utilizzare il 14% del tempo per mantenere l'ordine in
classe. Piu' alto della media dei 23 paesi e' anche il tempo che
e' sottratto all'insegnamento per espletare troppi adempimenti
burocratici (8,8%). Una situazione che accomuna gli insegnanti
italiani a quelli spagnoli. Il maggior peso negli adempimenti
burocratici tocca agli insegnanti messicani con un carico di
pratiche pari al 16,5% del tempo, quasi il doppio rispetto alla
grande maggioranza degli altri paesi.
SIAMO NOI I PIU' BRAVI (DICONO IN NORVEGIA) - Sono i norvegesi a
sentirsi 'piu' bravi'. Gli italiani sono al secondo posto.
All'estremo opposto, si situano i professori coreani e quelli
spagnoli.
POCA FORMAZIONE - I docenti italiani esprimono una diffusa
domanda di formazione, superiore di 10 punti alla media dei
colleghi delle altre nazioni. Per loro rappresentano delle
priorita': l'insegnamento a studenti con bisogni speciali
(35,3%), l'esigenza di migliorare la pratica didattica (34,9%),
l'accrescimento delle competenze nel proprio ambito disciplinare
(34%).
VALUTAZIONE, SIAMO PRONTI - Una parte dell'indagine Talis e'
dedicata alla valutazione degli insegnanti. Il 13,8% dei docenti
dei 23 paesi esaminati dichiara di non aver ricevuto alcun tipo
di valutazione. Per gli italiani questa percentuale e' del 20%.
Sono gli spagnoli, i danesi, i portoghesi, gli austriaci e gli
irlandesi i meno valutati. Coreani, ungheresi, slovacchi e turchi
sono quasi tutti sottoposti a processi di valutazione.
Per quanto riguarda la valutazione interna quasi la meta' degli
insegnanti italiani e' impegnata almeno una volta l'anno nelle
pratiche di autovalutazione della scuola, livello simile alla
media degli altri paesi. Per quanto attiene alla valutazione
esterna oltre il 60% dei nostri insegnanti non e' mai stato
coinvolto Inoltre e' un 'grazie' il riconoscimento piu' diffuso
in Italia. Niente soldi ne' bonus. Quanto alle esperienze degli
altri paesi, la valutazione ha ricadute diverse. L'incremento
della retribuzione e' assolutamente marginale per la media dei
Paesi: si verifica nel 9,1% dei casi, mentre in Italia e'
dichiarato nel 2%. Ma che cosa pensano gli insegnanti di cio' che
accade dopo la valutazione sulla propria scuola? L'indagine si
occupa anche di questo: il 70% dei professori italiani pensa che
la valutazione porti ad 'azioni di aggiornamento o formazione
affinche' i docenti migliorino il proprio lavoro'. Il 40%
sostiene che nella 'scuola la revisione del lavoro dei docenti ha
scarso impatto sul modo in cui i docenti insegnano in classe'. Il
33% pensa che la valutazione venga fatta 'soprattutto per
finalita' amministrative'.
(Wel/ Dire)