(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 giu. - Sostegno emotivo e
percorsi di accompagnamento educativo-pedagogici per i profughi
della Libia e della Tunisia. È l'idea proposta dal gruppo di
studenti di Scienze della formazione "La piazza educativa", che
fanno parte della rete per l'accoglienza riunita a Bologna
dall'assessore al Welfare Amelia Frascaroli. "Attualmente -
spiega Valentino Paoloni, membro del gruppo - sei di noi si
stanno occupando, insieme all'associazone Piazza Grande, di
svolgere una mappatura delle presenze sparse in citta': cerchiamo
di comprendere la provenienza, da quanto sono a Bologna e se
hanno un permesso di soggiorno".
Dopo il primo passo della mappatura dovrebbero infatti partire i
progetti per migliorare l'accoglienza. "Quello che proponiamo noi
- continua Paoloni -, oltre ad aver dato la nostra disponibilita'
per gestire l'emergenza, e' anche di istituire accompagnamenti
che servano a loro come sostegno e supporto emotivo e che possano
agevolare l'inclusione attraverso la conoscenza reciproca". A
preoccupare, in questo senso, e' la ravvicinata scadenza dei
permessi di protezione, prevista per ottobre. "Per non ritrovarsi
irregolari hanno bisogno di un percorso che li renda autonomi, a
partire dalla conoscenza della lingua".
Per gli studenti di "La piazza educativa" si tratta anche di
un'occasione per rendersi protagonisti nella vita cittadini. Il
movimento e' nato appena tre mesi fa, e tramite il web si e'
rapidamente allargato ad altre citta' (Palermo, Salerno, Perugia,
Macerata, per citarne solo alcune). A Bologna il gruppo piu'
operativo e' composto da 15 persone, quasi tutti studenti
fuorisede di Scienze della formazione, ma sono arrivate adesioni
anche da lavoratori. "Il movimento e' nato perche' siamo
preoccupati per le condizioni di lavoro degli educatori sociali -
spiega Paoloni -: sappiamo che in questo momento la situazione e'
difficile, il lavoro non si trova oppure vengono offerti solo
contratti di pochi mesi". A risentirne, secondo il movimento,
saranno le comunita' per minori, tossicodipenti, stranieri
minorenni non accompagnati, disabili in cui gli educatori sociali
lavorano. "Il quadro al momento vede poche risorse pubbliche e
cooperative in difficolta' - conclude Paoloni -. Ne discuteremo a
Bologna nel primo meeting del movimento, dal 23 al 26 luglio
prossimi".
(Wel/ Dire)