FOTOGRAFATI PER IL PROGETTO "ITACA. STORIE D'ITALIA"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 giu. - A Torino il fotografo
Giovanni Marrozzini posa il suo sguardo sui "Vampiri" che
popolano i Murazzi del Po, avamposto fluviale della notte. Sono i
giovani che animano le discoteche della citta'. Le foto fanno
parte del progetto "Itaca, Storie d'Italia",un viaggio in camper
da Nord a Sud alla ricerca di storie e volti per celebrare il
150° anniversario dell'Unita' d'Italia (vedi lancio precedente).
Ed e' Matteo Fulimeni, che segue il fotografo nel suo viaggio in
camper, a descrivere lo scenario, cosi' minuziosamente che ti
sembra di esserci: "Dalle porte dei locali sgorgano luci
nebbiose. Su certi banconi semideserti si indovinano carcasse al
collasso. Ragazzi e ragazze piantano radici davanti alle entrate,
discutendo con vivacita' familiare, sonora, incline ad esplosioni
di allegria spavalda, impugnando birre alla spina che trasudano
di condensa. Le ragazze quando ridono danno l'impressione di
esagerare la risata".
La serata si sposta al Puddhubar: "Sulle pareti appaiono
regolarmente pallini di luce bianca diurna che ci fanno sembrare
tutti quanti uccelli feriti in una scatola di scarpe a cui
abbiano praticato gli appositi buchi per l'ossigeno. Un paio di
mossette curiose: ballare vis a vis chinandosi e rialzandosi come
un cric umano di fronte alla propria compagna. Farsi cingere alle
spalle dalla propria compagna e iniziare a dimenarsi producendo
un singolare effetto di trasmissione del movimento, tipo gemelli
siamesi".
Dai "Vampiri" al ritratto del sacerdote don Andrea Gallo,
fondatore della comunita' di San Benedetto al Porto di Genova.
Marrozzini gli dedica il suo personale ritratto: "Quando dici
'DonGallo' tutti assumono un'aria di rispetto affettuoso e
filiale", si legge nel testo che accompagna le foto. Don Gallo e'
fotografato nel suo "stanzino sobrio, con due grossi armadi
antichi addossati alle pareti, una poltrona con un plaid disteso
sopra, una scrivania da ufficio vicino all'entrata, dove ho
l'impressione che si sbroglino le questioni burocratiche (e dove
occhieggia 'Il manifesto'), una grossa lavagna con su scritto
'pregare e fare le cose giuste tra gli uomini', due scaffalature
colme di libri (su un ripiano c'e' un ritrattino di Papa
Giovanni), un lettino appena sotto quella che mi pare
un'assunzione (pero' non ne sono sicuro), un'altra scrivania -
questa piu' antica, di buon legno - dove l'occhio mi casca
coerentemente su un libro intitolato 'Ribellarsi e' giusto'".
Don Gallo che "mordicchia e assapora e riassapora e rinfocola il
suo sigaro, ed ha quella classica espressione di torvo carisma
che ti mette in quel tipo di soggezione nel quale il tuo cervello
si sforza di elaborare concetti intelligenti ma tutto quello che
produce e' il pensiero di dover pensare qualcosa di intelligente
( benche' poi uno riconosca intellettualmente che Don Gallo deve
averne viste cosi' tante da aver sviluppato di conseguenza un
concetto di umanita' talmente vigoroso ed ecumenico che pare
proprio da imbecilli lambiccarsi per sembrare massimamente
intelligenti ) - e le prime sette rauche parole che Don Gallo
pronuncia sono rivolte al suo collaboratore (che e' seduto sul
lettino, accanto a lui ), e queste sette parole sono: "Dammi il
collare che voglio esser prete". Nel sito don Gallolancia un
messaggio ai giovani: "Agitatevi, perche' tutta la societa' ha
bisogno del vostro entusiasmo. Organizzatevi, perche' abbiamo
bisogno della vostra forza. Studiate, cercate le cause delle
ingiustizie, la societa' spera solo in voi". (ab) Guarda il
video: http://www.itaca.me/2011/05/27/don-andrea-galloai-giovani
(Wel/ Dire)